Dl sicurezza: Giorgis (Pd), ‘introduzione 14 reati per decreto, senza precedenti’
Roma, 16 apr. (Adnkronos) – “Approvato dal Consiglio dei ministri nel novembre 2023, dopo oltre un anno di discussione in Parlamento il ddl Sicurezza, con un copia e incolla, diventa un decreto-legge. Mesi di lavori parlamentari nel nulla. Qual è la situazione straordinaria che si è determinata e che ha indotto il Governo a ricorrere al decreto-legge?”. Così il senatore del Pd, Andrea Giorgis.
“La situazione straordinaria è che il Senato, in seconda lettura, ha osato, grazie alla determinazione delle opposizioni, far emergere le incongruenze, le contraddizioni e i molteplici profili di dubbia legittimità che investono gran parte del ddl Sicurezza, e soprattutto ha osato disattendere la pratica del monocameralismo di fatto, approvando in Commissione degli emendamenti e costringendo così alla terza lettura. Come poteva il Governo rimanere fermo di fronte a tanta straordinarietà? Come poteva il Governo accettare che il Parlamento svolgesse la sua funzione legislativa? Era necessario e urgente intervenire”.
“Una violazione palese dei limiti posti dalla Costituzione alla decretazione d’urgenza; una mortificazione del Parlamento che non ha precedenti, considerato che l’iter legislativo, ai sensi dell’articolo 72 Cost., era ormai prossimo alla conclusione. E anche nel merito l’introduzione per decreto-legge di nuovi reati, ben quattordici, e nuove aggravanti, ben nove, non ha precedenti e rende ancora più inaccettabile il ricorso alla decretazione d’urgenza. Ciò rischia altresì di pregiudicare l’esigenza di certezza del diritto. La mancanza dei presupposti di straordinaria necessità e urgenza del decreto-legge, secondo il consolidato indirizzo della Corte costituzionale (sent. n. 146/2024), determina infatti l’invalidità della legge di conversione che non può in alcun modo rimediare a tali vizi. Difronte a una simile scelta del Governo, occorre che anche i Senatori e i Deputati di maggioranza reagiscano: non è solo una questione di rapporti tra maggioranza e opposizioni e di prerogative delle minoranze, ma di rispetto dei più basilari capisaldi della democrazia parlamentare”.
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