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Dpfp: Boccia, ‘Governo non ha strategia, con Meloni Italia cammina all’indietro’

9 Ottobre 2025

Roma, 9 ott. (Adnkronos) – “Ci muoviamo nell’opacità e nell’ambiguità di un governo allergico ai controlli, che per questo sta tentando di neutralizzare la Corte dei conti e anche l’Upb e che non trasmette i numeri reali al Parlamento, perché stiamo discutendo di generici saldi nel perimetro dei quali potrà accadere di tutto. Il Pil cresce solo dello 0,5%, meno della metà della media Ue, quando un anno fa avevano dichiarato una crescita pari al doppio di quella attuale. Senza il Pnrr saremmo in recessione, ma ancora non sappiamo quali siano le proposte di politica economica attraverso le quali il Paese possa avere una prospettiva. Il Governo non ha una strategia, non ha una visione, non ha un’idea di futuro. Opera solo tagli. Siamo al 3% di deficit sul Pil, ma è un risultato raggiunto caricando il costo sui più poveri, sulle disuguaglianze crescenti, sui tagli al welfare”. Così il presidente del gruppo del Pd Francesco Boccia, nella sua dichiarazione di voto sulle risoluzioni sul Dpfp.

“Il governo fa solo la gestione del debito, che però non si è abbassato: nella capacità di galleggiamento Giorgetti è il numero uno. Il governo non ha guidato l’economia, si è lasciato solo trascinare. Dicono: siamo fuori dalla procedura di infrazione. Ma chi aveva portato il Paese in procedura di infrazione? Loro, facendo scelte sbagliate. Hanno un ministro del Made in Italy che passerà alla storia per aver distrutto il Made in Italy, l’accordo capestro sui dazi è stato accettato senza colpo ferire. Dopo 26 mesi di calo della produzione industriale abbiamo richieste di aiuto che arrivano da tutti i comparti: automotive, tessile, chimica, siderurgia, moda, alimentare, farmaceutico. Industria 5.0 non esiste più, l’Ace è stata cancellata, così come tutti gli investimenti. Parlano dell’occupazione in crescita, ma non della Cassa integrazione in crescita e del lavoro povero. Non lo dice il Pd ma la Caritas. Nel frattempo la pressione fiscale è salita dal 41,4% ora 42,8%. Meloni cammina all’indietro”, conclude.

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