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Ex pm Agueci: “Boss liberi cercano di riappropriarsi del ruolo”

4 Novembre 2024

Palermo, 4 nov. (Adnkronos) – “Non conosco le motivazioni del permesso premio dato al Tribunale al boss Ignazio Pullarà, che credo si basi su una valutazione positiva dei comportamenti tenuti in carcere dagli interessati. Ma è esperienza comune che i boss in carcere si comportano formalmente “bene” pur restando in pieno inseriti nell’organizzazione. In realtà, l’unico criterio concreto di valutazione rimane ancora quello basato su manifestazioni effettive di distacco vero dalla mafia, prima fra tutte la collaborazione”. Così l’ex Procuratore aggiunto di Palermo, Leonardo Agueci, che per molti anni ha coordinato le inchieste sulla mafia palermitana, commenta con l’Adkronos, l’ultimo permesso premio concesso dal tribunale di sorveglianza al boss Ignazio Pullarà, 78 anni, storico reggente del mandamento di Santa Maria di Gesù, condannato per mafia e un omicidio. Il giudice di sorveglianza di Cuneo gli ha concesso 15 giorni a casa. Prima di Pullarà avevano ottenuto dei permessi altri boss Raffaele Galatolo e Paolo Alfano.

Ma come si può spiegare a un familiare di vittime di mafia che un boss ergastolano può tornare a casa per 15 giorni, perché detenuto modello? “Appunto, è una cosa molto difficile da spiegare e certamente non favorisce la credibilità delle istituzioni rispetto alle vittime”, risponde l’ex Procuratore Agueci.

Poi Agueci aggiunge: “L’esperienza insegna che i capi di cosa nostra, una volta tornati – anche temporaneamente- in libertà non perdono tempo a cercare di riappropriarsi del loro ruolo e questo certamente rafforza il potere dell’organizzazione”.

Ma oggi come è la legislazione antimafia in Italia? “Tutto è migliorabile, ma per ora avverto invece il rischio concreto di un grave peggioramento della normativa che ne indebolisca soprattutto i capisaldi principali”, denuncia Agueci. “E proprio su questo resto in attesa di vedere come si comporterà il governo -aggiunge – Inoltre bisogna vedere se gli annunziati provvedimenti di riduzione della spesa pubblica non comporteranno anche un impoverimento delle risorse destinate all’azione di contrasto. Da tutti questi fatti concreti potrà davvero valutarsi l’efficacia dell’azione del governo”. (di Elvira Terranova)

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