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Farnesina: De Pedys, ‘scuole italiane creano comunità che si riconosce in nostra cultura’

8 Ottobre 2024

Roma, 8 ott. (Adnkronos) – “Le scuole italiane all’estero rendono possibile la creazione di una comunità che si riconosce nella nostra cultura, in valori comuni attraverso la lingua italiana. La lingua è anche un patrimonio comune, come diceva l’ambasciatrice della Confederazione Elvetica. In Svizzera la lingua italiana è la lingua ufficiale, non è così ovunque. Eppure l’italiano è parlato in tante parti del mondo perché ci sono comunità italofone ed è sulla base di questo dato che stiamo già lavorando insieme alla Società Dante Alighieri per organizzare l’anno prossimo la prima giornata di italofonia chiamando a raccolta i rappresentanti di queste comunità”. Lo ha detto Alessandro De Pedys, direttore generale per la diplomazia pubblica e culturale del Maeci alla presentazione, alla Farnesina, della XXIV edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo (Slim).

“In venti anni sono quadruplicate le traduzioni – ha detto ancora De Pedys – Significa che esiste una domanda in crescita. La Farnesina collabora stabilmente da anni con il premio Strega attraverso la rete degli Istituti italiani di cultura e lo fa anche con altri premi letterali importanti come il premio Campiello. La valorizzazione del libro sarà quindi il filo conduttore, il libro inteso come veicolo del patrimonio linguistico e culturale dell’Italia, il filo conduttore di centinaia di eventi che saranno organizzati durante questa settimana dalla nostra rete, ambasciate, consolati, istituti di cultura, scuole italiane e anche attraverso le attività di tutti i nostri partner”.

“La promozione del libro – ha aggiunto – è legata assolutamente al doppio filo della promozione della lingua, anche se questo non è immediatamente intuitivo perché ci si potrebbe chiedere per quale motivo tradurre dall’italiano in un’altra lingua serve a promuovere la lingua italiana. In realtà serve perché i dati ci dicono che spesso chi è veramente innamorato della letteratura italiana letta in traduzione poi sente il bisogno, sente il desiderio di impararla per leggere le opere in originale e quindi conoscere meglio il paese e approfondirne la cultura.

“Non è vero che l’Italia non ha una politica di promozione linguistica come alcuni dicono – conclude – Certamente si potrebbe fare meglio, certamente ci sono paesi che fanno questo in modo più strutturato, con mezzi notevolmente superiori ai nostri, però a me sembra che anche tenendo conto delle risorse disponibili la nostra azione sia effettiva, corretta e che porti a risultati apprezzabili. La seconda conclusione è che noi saremo tanto più efficaci quanto più saremo in grado di operare in modo sinergico con tutti i nostri partner. Abbiamo fatto parecchia strada ma ce n’è ancora moltissima da fare. Sono certo che questa ventiquattresima edizione della settimana della lingua italiana nel mondo ci fornirà ulteriori utili spunti per promuovere la nostra lingua che naturalmente raccoglieremo”.

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