Milano, 31 ott. (Adnkronos) – L’imprenditore romano Lorenzo Sbraccia tra gli indagati dell’inchiesta milanese sui presunti dossier illeciti teme che sui suoi dispositivi informatici possa essere inserito un trojan, ossia un sistema per spiarlo. L’ex super poliziotto Carmine Gallo, tra i quattro arrestati ai domiciliari e ai vertici della società di investigazione Equalize, fa ironia sull’utilizzabilità del dispositivo: “Con sti casini che ci sono adesso li mettono solo ai terroristi…Hai visto che situazione c’è in Italia in questo Paese e in tutto il mondo… Cioè hai capito? C’è gli israeliani che non mollano un attimo, i palestinesi che hanno fatto una..eh. quindi questi giustamente…” dice in una conversazione telefonica del 2 novembre scorso.