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Giustizia: Boccia, ‘modello è trumpismo, referendum boccerà svolta autoritaria’

22 Luglio 2025

Roma, 22 lug. (Adnkronos) – “Ci siamo opposti, con fermezza e con responsabilità, a una riforma che non ha mai conosciuto il confronto parlamentare. Mai, in tutta la storia della Repubblica, una revisione costituzionale è stata imposta con questa brutalità aritmetica, senza una vera discussione, senza ascolto, senza dialogo”. Così il capogruppo Pd a palazzo Madama, Francesco Boccia, sulla approvazione della riforma costituzionale della giustizia in Senato.

“Il silenzio assordante della maggioranza ha confermato ciò che è chiaro a tutti: questa non è una riforma della giustizia. È una riforma contro la magistratura. Non parla della durata dei processi, non affronta le carenze strutturali della macchina giudiziaria, non tutela i diritti dei cittadini. È una torsione autoritaria e illiberale della nostra Costituzione. Una riforma ideologica, che non separa semplicemente le carriere, ma tenta di separare la giustizia dal suo fondamento costituzionale”.

“È una riforma di potere, che considera la giustizia non come garanzia, ma come intralcio, dove il potere è dominio, non responsabilità. Questa riforma non rafforza l’equilibrio tra i poteri, lo spezza. Non tutela l’autonomia della funzione giurisdizionale, la piega. E lo fa con un disegno preciso: rendere la magistratura requirente un corpo separato, isolato, culturalmente subordinato. Una magistratura non più autonoma, ma addomesticata”.

“Non ci è stato mai spiegato – perché non lo possono spiegare – in che modo la separazione netta dei pubblici ministeri dai giudici migliorerebbe la qualità della giustizia. Perché il vero obiettivo non è il miglioramento, ma il controllo. Il vero bersaglio non è l’efficienza, ma l’indipendenza”, continua Boccia.

“Noi avevamo avanzato proposte serie, capaci di rafforzare la cultura della giurisdizione, di proteggere le garanzie processuali, di rendere più efficace e più giusta l’azione penale. Ma il Governo ha scelto la strada dell’imposizione, non quella della riforma condivisa. Hanno già deciso tutto: il confronto non ci sarà. Si rifugeranno in un referendum, non per coinvolgere i cittadini, ma per legittimare una svolta autoritaria. Non è una prova di democrazia: è la sua caricatura. È la visione di una democrazia senza pluralismo, senza contrappesi, senza minoranze. Ma i cittadini voteranno, anche questa volta, contro chi vuole stravolgere la Costituzione”.

“Questa riforma nasce da un’idea illiberale del potere. Un potere che non accetta limiti, non riconosce contropoteri, non sopporta la critica. E che considera la giustizia non un potere terzo, ma un potere ausiliario dell’esecutivo. Ma evidentemente il modello di giustizia a cui questa destra guarda è quello della Polonia e dell’Ungheria, è quello del trumpismo, dove i giudici scomodi vengono puniti. L’esempio è impersonato proprio dal ministro Nordio, un ministro che ha annunciato di prendere provvedimenti contro un magistrato che lo ha criticato in merito alla vicenda del criminale AlMasri e che ha imposto al Parlamento una riforma che sottomette il potere autonomo della magistratura a quello del potere esecutivo. Alla faccia della nostra Costituzione che fa della separazione dei poteri uno dei principi cardine del nostro ordinamento”.

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