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Giustizia: Magi, ‘non voterò separazione carriere, così pericolosa bandierina destra’

17 Settembre 2025

Roma, 17 set.-(Adnkronos) – “Ho sempre ritenuto che la separazione delle carriere fosse una riforma giusta e utile. Ma ci sono forti motivi politici e istituzionali che mi spingono a non votare domani questa riforma costituzionale. Il governo ha ridotto la separazione a una bandierina lasciando intatte o aggravando le piaghe della nostra giustizia. Il contesto politico non è solo caratterizzato da una feroce contrapposizione del governo alla magistratura ma dalle reiterate esasperate manifestazioni di insofferenza e ostilità dello stesso esecutivo nei confronti di ogni giurisdizione, nazionale o sovranazionale”. Così il segretario di Più Europa Riccardo Magi.

“Dalle questioni riguardanti il diritto dell’immigrazione e il diritto d’asilo, su cui il governo ha cercato deliberatamente lo scontro frontale con tribunali di diverso ordine usando l’argomento di una presunta ostilità dei magistrati quando era del tutto evidente che le procedure seguite dalle autorità italiane erano illegittime ed era prevedibile che come tali sarebbero state giudicate, fino ad arrivare allo scontro del nostro governo con la Corte penale internazionale. Un contesto nel quale – prosegue – appare a rischio la stessa separazione dei poteri e non per gli sconfinamenti dell’azione della magistratura ma per la tendenza del governo a considerarsi superiore alla legge. Questa riforma avrebbe meritato un dibattito e un clima del tutto diverso in modo da evitare il clima da guerra santa creato dall’esecutivo e anche magari i difetti principali del testo che sarà approvato dalla sola maggioranza.

“Chi si dice garantista non può poi non porsi il problema, sollevato non solo da alcuni studiosi ma anche da un autorevole esponente della stessa maggioranza come Marcello Pera, del rischio di dare vita a un esercito acefalo di 1300 procuratori che si muovono in totale autonomia con la polizia giudiziaria al loro servizio. Il rischio, per dirla con le parole di Pera, è che la separazione delle carriere diventi la foglia di fico per pratiche giudiziarie persino peggiori di quelle di oggi. Se il governo non pensa di superare l’obbligatorietà dell’azione penale, come sembra affermare, allora deve dire e spiegare come intende completare questa riforma. Perché la fase più delicata, quella delle indagini e dei rischi di processo mediatico e di violazioni della presunzione di innocenza, potrebbe persino divenire più rischiosa per le garanzie dei cittadini di quanto non sia oggi”, conclude.

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