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**Governo: al Senato scontro tra opposizioni e Meloni, Schlein e Conte ‘premier mente’**

7 Maggio 2025

Roma, 7 mag. (Adnkronos) – In aula la scena se l’è presa Matteo Renzi con uno scontro faccia a faccia con Giorgia Meloni, proseguito poi virtualmente sui social. Ma anche Elly Schlein e Giuseppe Conte sono intervenuti sulle parole della presidente del Consiglio al premier time oggi a palazzo Madama. E in attesa del bis la prossima settimana alla Camera, il leader M5S è andato in tribuna al Senato a vedersi ‘l’anticipo’ di oggi. “Sono venuto perché voglio cercare di capire se abbiamo una premier che scende da Marte e viene sulla terra – ironizza Conte-, oppure se abbiamo un ologramma anziché una premier in carne e ossa, visto che parla ormai solo con video autopromozionali”.

Molteplici i temi delle interrogazioni al premier time: dalle spese militari al caro bollette fino ai centri in Albania, le riforme, la sanità. E la premier che punta il dito sulle Regioni per le liste di attesa fa scattare la reazione delle opposizioni. Parte Schlein: ”Oggi in Aula al Senato ha fatto il solito scaricabarile, questa volta addossando le responsabilità alle regioni. Basta, la smetta di scappare e prenda atto delle conseguenze delle sue azioni: i tagli alla sanità pubblica di questo governo devono finire, ci sono quasi 5 milioni di italiani che non riescono a curarsi. Sulla salute non si scherza, Giorgia Meloni addirittura mente”.

Anche Conte interviene: “Sulla sanità zero soluzioni, ha detto che farà un appello alle regioni: do una notizia a Meloni, le governano quasi tutte loro le regioni, si parlassero nel partito”. Il leader M5S si sofferma sulla risposta della premier in merito alle spese militari: “Voi avete capito per quanto riguarda il riarmo, la spesa militare, che cosa ha detto, quella supercazzola? I miliardi che mancano dove li prende? Ci devono dire, si è impegnata con Trump a portare al 2 per cento adesso, dove li prendono i miliardi mancanti dopo che hanno tagliato sanità, istruzione, lavoro? Abbiamo gli stipendi più bassi e buttiamo miliardi su miliardi sulle armi?”.

All’uscita da palazzo Madama, dopo aver assistito al premier time, Conte non fa sconti: “Ho visto una Meloni veramente irriconoscibile, scollata dalla realtà. Di fronte ai dati drammatici dell’Istat di oggi, il calo dei consumi sui generi alimentari, lei risponde con i dati dello spread, con le valutazioni delle agenzie di rating. Ma sta fuori di testa? Ma cosa spalmano gli italiani sul pane, lo spread?”. Con Renzi invece la contrapposizione è stata diretta, in aula. Il leader di Iv accusa Meloni di “mancanza di coerenza” sulle riforme, a partire dal premierato e parla di dimissioni in caso di sconfitta al referendum.

Ribatte la premier: “Senatore Renzi, guardi lo farei anche volentieri ma non farò mai niente che abbia già fatto lei”. Arriva la controreplica del leader Iv: “La presidente del Consiglio ha detto che non farà mai quello che ho fatto io? Ce ne siamo accorti… Noi abbiamo fatto la riforma del lavoro, Industria 4.0, gli 80 euro. La nostra è stata una stagione di riforme”. E poi lo scontro continua via social. Meloni posta il video della risposta a Renzi in Senato e il leader Iv commenta: “Cara Giorgia, perché non pubblichi anche la domanda? Forse hai paura che i tuoi followers scoprano quante volte hai cambiato idea su tutto? Invece metti solo un reel, da brava influencer”.

Nicola Fratoianni sottolinea un ‘non detto’ da parte della premier: “Meloni recita un copione, sempre il solito. I risultati hanno poche a vedere con la storia, salvo dimenticarsi di dire qualche parola su ciò che la storia la sta segnando davvero: a Gaza per esempio. Che il nostro governo sia l’unico o uno dei pochi in Europa a non aver detto parole chiare sul piano di occupazione di Benjamin Netanyahu mi pare incredibile”.

Mentre Angelo Bonelli ribatte a Meloni sul riarmo: “‘La libertà ha un prezzo’, ha detto oggi la premier Giorgia Meloni al Senato. Ma alla presidente del Consiglio non interessa garantire ai cittadini la libertà vera: quella di vivere con uno stipendio dignitoso, una scuola e una sanità pubblica efficienti, e la serenità negata a chi è caduto nella povertà”.

Carlo Calenda, al contrario, è favorevole a investire di più in difesa ma invita il governo “a non fare il gioco delle tre carte” nel chiarire da dove prende le risorse per farlo: se il meccanismo “per cui raggiungiamo il 2 per cento è che prendiamo le pensioni dei carabinieri e le mettiamo dentro al calcolo, si chiama gioco delle tre carte, che un Paese serio non fa”.

Riccardo Magi punta l’attenzione invece sui Cpr in Albania: “Una abile mossa da trecartara: non c’è altro modo per definire il modo in cui la premier oggi in Senato ha risposto sui cpr in Albania. Meloni omette di dire la cosa più eclatante: quei rimpatri sarebbero potuti e dovuti avvenire dall’Italia con una spesa nettamente inferiore. Invece di raccontare favolette, Meloni dica la verità su questo immenso, sadico e inumano flop”.

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