Grecia: chiesa ortodossa, ‘scomunica per deputati voto su matrimonio gay’
Atene, 7 mar. (Adnkronos) – L’indignazione nella Chiesa greco-ortodossa per la decisione “demoniaca” del governo di legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso ha portato i prelati a chiedere che vengano adottate misure punitive contro i parlamentari che hanno sostenuto la legge fondamentale. Lo riferisce il ‘Guardian’ sottolineando che, in particolare, i religiosi hanno chiesto che i “legislatori immorali” siano scomunicati dalla chiesa, e le autorità ecclesiastiche di Corfù hanno annunciato che a due parlamentari locali sarà vietato partecipare a qualsiasi rito religioso.
Accusando i deputati di aver commesso “il più profondo errore spirituale e morale” appoggiando il disegno di legge del 15 febbraio, il vescovato dell’isola ha invitato i parlamentari a pentirsi. “Per noi questi due deputati non possono considerarsi membri attivi della Chiesa”, si legge in una nota. “Li esortiamo a pentirsi della loro scorrettezza”. In caso contrario, ha aggiunto il vescovato, i legislatori saranno automaticamente esclusi dal rito cristiano della comunione e da altri eventi ecclesiali.
La Grecia è diventata la prima nazione cristiana ortodossa al mondo ad approvare una legge che consente il matrimonio tra persone dello stesso sesso quando 175 parlamentari hanno votato a favore della riforma il mese scorso. Sostenuta dal primo ministro di centrodestra Kyriakos Mitsotakis, la legge ha esteso il riconoscimento dei diritti genitoriali anche alle coppie gay, pur non permettendo loro di avere figli attraverso la maternità surrogata.
Ma Mitsotakis ha dovuto affrontare dure critiche da parte della Chiesa ortodossa. Il leader spirituale greco, l’arcivescovo Ieronymos, considerato un moderato in una gerarchia ecclesiastica che aveva descritto il disegno di legge come “puro male”, ha suggerito che il voto fosse sottoposto a un referendum popolare in una nazione in cui l’uguaglianza dei matrimoni è sostenuta solo da una ristretta maggioranza nei sondaggi e apertamente osteggiato dai parlamentari del partito al governo Nuova Democrazia.
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