Grimaldi: “Diamo lavoro a 476 mila persone”
Roma, 2 dic. (Adnkronos) – ”Oggi Alis rappresenta 2.450 soci e 476.000 lavoratori, uomini e donne straordinari, e anche 150 miliardi di euro di fatturato aggregato. Ma dietro questi numeri ci sono persone imprenditori, collaboratori e famiglie ci sono idee e valori condivisi, spirito imprenditoriale e investimenti concreti”. Lo sottolinea Guido Grimaldi, presidente di Alis, in occasione dell’assemblea annuale 2025.
”Viviamo in un’epoca di profondi cambiamenti e nel quadro delle tensioni internazionali abbiamo apprezzato ogni iniziativa volta a favorire la stabilità e la fine delle guerre in particolar modo, guardiamo con speranza la firma dell’accordo di pace per Gaza che segna un passo epocale. Allo stesso modo valutiamo molto positivamente l’annuncio della sospensione degli attacchi utili nel Mar Rosso, un’area a lungo esposto a criticità che hanno messo a rischio le catene di approvvigionamento su scala globale. La sicurezza dei marittimi è garantita dalle donne e dagli uomini delle nostre forze armate e ancora una volta a nome mio, e di tutta l’associazione Alis, va il ringraziamento alla Marina Militare” prosegue Grimaldi. ”Sentiamo inoltre il dovere di ribadire ancora una volta la necessità che si giunga quanto prima una pace giusta e duratura tra Russia e Ucraina -aggiunge – questi scenari geopolitici, insieme al rallentamento o all’accelerazione della crescita di diverse aree del mondo, stanno realmente ridefinendo rotte commerciali, costi energetici e catene del valore condizionando i mercati e influenzando le prospettive di sviluppo anche per l’Europa”.
”Nonostante questo difficile momento il nostro Paese sta comunque dimostrando un equilibrio in termini di crescita ed occupazione. L’Italia è sta tornando ad assumere un ruolo primario grazie anche all’azione del nostro governo, alla sua forte credibilità in ambito internazionale. E’ necessario che l’Europa ritrovi una visione comune scegliendo se essere un attore principale e non un semplice osservatore dei nuovi assetti globali” sottolinea Grimaldi.
Scelte dell’Europa come “l’ETS e il Fuel-EU Maritime stanno producendo distorsioni concorrenziali, perché applicate solo al trasporto marittimo, e geografiche, perché riguardano solo rotte intra-europee. Queste tassazioni rischiano di penalizzare ulteriormente imprese e cittadini europei. Ad aggravare questa distorsione della concorrenza modale vi è anche il posticipo dell’ETS 2 per il trasporto stradale dal 2027 al 2028”. Lo sottolinea nella sua relazione Grimaldi. “Se da un lato – aggiunge – comprendiamo che questa notizia è positiva per le imprese di trasporto su gomma, dall’altro questo rinvio aumenta la differenza prodotta dall’ETS sul trasporto marittimo, alimentando così una concorrenza sleale tra le autostrade del mare ed il trasporto tutto strada”.
Grimaldi ha segnalato come “purtroppo, diverse compagnie armatoriali europee lamentano un back shift modale, ossia il ritorno di centinaia di camion al giorno dalle Autostrade del Mare alla strada, facendo così un salto indietro di 30 anni rispetto a chi ha creduto ed investito in queste politiche lungimiranti, come la ex Commissaria europea ai trasporti Loyola de Palacio”. “Alis – ha osservato – chiede una maggiore incisività del Governo italiano in Europa affinché si possa lavorare alla revisione della Direttiva ETS o, almeno, affinché a livello nazionale ciò che proviene dal mare, ritorni al mare, cioè che i proventi derivanti dallo shipping vengano reinvestiti totalmente nello stesso settore”.
“Non dimentichiamo che vi è inoltre un rischio di doppia tassazione: quella europea già in vigore con l’ETS e quella mondiale che sarà introdotta a breve dall’organizzazione marittima internazionale IMO con il Net Zero Framework. Le imprese marittime che lavorano su traffici europei si troverebbero quindi a dover fronteggiare doppi oneri economici nonché conseguenti distorsioni di mercato ancora più marcate. Tutto ciò preoccupa il nostro cluster marittimo. Qualora i camion dovessero tornare su strada aumenteranno le emissioni e l’incidentalità”. “Noi – rivendica- abbiamo sottratto 5,6 milioni di camion dalle autostrade italiane verso l’Europa nel solo 2025 con 135 milioni di tonnellate di merci trasferite e abbiamo abbattuto 5 milioni di tonnellate di CO2”.
L’Europa deve sostenere le imprese nei percorsi per l’innovazione e la sicurezza energetica e invece è stata tassando il settore e ne sta compromettendo la competitività nel mercato globale. Le nuove tasse stanno producendo distorsioni concorrenziali, perché applicate solo al trasporto marittimo e geografiche, perché riguardano solo le rotte europee. Queste tassazioni rischiano di penalizzare ulteriormente le imprese e i cittadini europei” conclude Grimaldi.
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche