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Industria: Grassi (Confindustria Varese), ‘serve una strategia-Paese di lungo periodo’

17 Giugno 2024

Milano, 17 giu. (Adnkronos) – Innovativa, tecnologica, sostenibile, inclusiva, europea. In una parola, industriale. E’ questa la provincia varesina che immagina per il futuro il presidente di Confindustria Varese, Roberto Grassi. Aggettivi qualificativi di un territorio con i quali ha concluso la sua relazione all’assemblea generale 2024 dell’associazione, che si è tenuta nell’headquarter di Mv Agusta Motor della Schiranna, con la partecipazione anche del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini.

Al centro dei lavori assembleari 2024, l’innovazione, ma soprattutto il come costruire una nuova competitività per le imprese. A partire dall’implementazione, con azioni concrete, del Piano Strategico #Varese2050: “Siamo nella fase di execution -spiega Grassi-. Subito dopo la presentazione del Piano all’assemblea generale del 2022, abbiamo avviato progetti concreti. Stiamo realizzando azioni a supporto delle filiere produttive, delle startup, dei temi Esg e della costruzione di un nuovo ecosistema dell’innovazione”.

Quattro cantieri per costruire un futuro di crescita per il territorio, inaugurati anche a fronte di una promessa: “Nuove idee e nuove tecnologie generano nuovi investimenti -osserva il presidente- aumentano la produttività di tutti noi e la competitività del sistema. Ne siamo così coscienti che la costruzione di un ecosistema dell’innovazione e sviluppo delle startup, a partire dai nostri cluster industriali territoriali, è diventata il centro dell’azione di rinnovamento competitivo che abbiamo intrapreso con il piano strategico #Varese2050. Serve un acceleratore d’impresa e di innovazione. Un impegno che, come Confindustria Varese, ci siamo presi nei confronti del territorio e che stiamo rispettando con il progetto Mill che sorgerà al fianco della Liuc – Università Cattaneo”.

Al centro dell’Assise delle imprese varesine anche la necessità di guardare, contemporaneamente, all’Europa e al territorio: “Su questo -evidenzia Grassi- Varese può giocare una carta vincente che altri sistemi economici e produttivi non hanno. Un esempio è la presenza a Ispra del Joint research center, l’unico in Italia e il più grande in Europa. Come Confindustria Varese, in questo ultimo anno, abbiamo iniziato a confrontarci con maggiore intensità con il Jrc. La dimostrazione concreta di una più stretta integrazione delle attività dei laboratori di Ispra con il contesto manifatturiero del territorio è il recente rinnovo del collaboration agreement tra la nostra Liuc– Università Cattaneo e il Jrc. Un accordo con l’obiettivo di orientare le politiche europee su temi cruciali come la sostenibilità, la trasformazione digitale e industriale, la sanità”.

L’obiettivo è quello di “fare da apripista per un ulteriore passo in avanti: il coinvolgimento di tutto il nostro Sistema Confindustriale di rappresentanza a livello nazionale”. A detta di Grassi l’apporto al dialogo con il Jrc che tutta Confindustria potrebbe garantire è quello delle esperienze sul campo, dei dati e delle evoluzioni del contesto competitivo industriale di cui le imprese sono protagoniste e che le stesse potrebbero condividere con i ricercatori europei.

Nella relazione del presidente Grassi, non sono mancati i messaggi alla politica nazionale: “Il piano transizione 5.0 del governo -ha affermato il presidente di Confindustria Varese- deve essere ripensato. Così come è stato impostato non funziona. Con gli attuali orizzonti temporali non è di supporto allo sviluppo del sistema industriale. Siamo rimasti almeno 6 mesi in attesa dei decreti attuativi, che solo ora stanno iniziando ad uscire, indicando come accedere a incentivi per investimenti che dovremmo concludere entro il 31 dicembre 2025. Non solo abbiamo perso troppo tempo, ma è anche evidente che in questo modo non potremo che dar vita, al massimo, a un riammodernamento delle nostre fabbriche. Abbiamo bisogno di molto di più. Serve far crescere la nostra produttività. E per riuscirci occorrono misure strutturali che abbiano una visione a cinque anni. È così che si crea il lavoro, non con i bonus. Non chiediamo aiuti o assistenza. Chiediamo una strategia-Paese di lungo periodo”. Infine, la richiesta “per poter garantire una qualità della vita che passa anche da un livello di salari netti adeguato”. Su questo Grassi è stato tranchant: “Torniamo a chiedere un taglio strutturale del cuneo fiscale”.

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