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Infanzia, Negrini (Fondazione Cariplo): “‘Anita-L’infanzia prima’ segue filo rosso del Fondo Garibaldi”

20 Novembre 2025

Milano, 20 nov. (Adnkronos) – “La sfida ‘Anita-L’infanzia prima’ si radica nel presente ma è anche un filo rosso che si lega al passato, più precisamente ad un’iniziativa che la Commissione Centrale di Beneficenza della Cariplo istituì nel 1882 e chiamò ‘Fondo Garibaldi’ perché il 2 giugno dello stesso anno era stato celebrato il funerale dell’Eroe dei Due Mondi, Giuseppe Garibaldi”. Così Valeria Negrini, vice presidente di Fondazione Cariplo, alla presentazione di ‘Anita – L’infanzia prima’, tenutasi al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Il nuovo programma strategico della Fondazione è dedicato ai bambini da 0 a 6 anni e promuove servizi, spazi e cultura accessibili e a misura di infanzia, aiutando così a contrastare le crescenti disuguaglianze in questa fascia d’età.

“Il fondo Garibaldi, che rimase attivo fino al 1958, indirizzava le sue risorse allo sviluppo sul territorio di asili, anche attraverso un lavoro certosino di mappatura dei Comuni. Successivamente si costituì anche un’altra linea di intervento: quella del sostegno ai bambini più poveri grazie alla ricerca e all’individuazione, in collaborazione con i Comuni, di quelle famiglie che non erano nemmeno in grado di pagare la retta degli asili. Il nome ‘Anita’ ha quindi un significato simbolico importante – prosegue Negrini – e ricollegare questa iniziativa con l’esperienza fatta dalla Commissione Centrale di Beneficenza con il fondo Garibaldi è una soddisfazione. Le due iniziative condividono lo stesso spirito di rigore nell’analisi e nella ricerca e di apertura alle collaborazioni con gli enti pubblici, oltre alla volontà di sostenere le comunità a partire soprattutto dalle fragilità e dalle vulnerabilità”.

“Con ‘Anita-L’infanzia prima’ vogliamo provare a facilitare l’accesso alla cultura, ad esempio ottimizzando la presenza e l’accesso alle biblioteche affinché diventino luoghi dove i bambini possano usufruire e capire l’importanza della cultura. Vogliamo poi migliorare e rendere più numerose le aree pensate per i bambini, come le aree gioco -. spiega dal palco la vice presidente Negrini – Le tre aree principali su cui si concentra Anita sono infatti i servizi, gli spazi di vita e la cultura, che si intersecano con due altre azioni trasversali e necessarie: la ricerca scientifica integrata e multidisciplinare, che può darci elementi per orientare al meglio le politiche che vogliamo provare ad attuare; e la comunicazione che, provando nuovi strumenti, linguaggi e canali, deve sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’infanzia e dei bisogni dei bambini, che non riguarda solo chi ha figli in questa fascia d’età, ma anche chi ha figli grandi e chi non ne ha. Tutto questo lo faremo aprendoci a quante più alleanze e partnership possibili, come è nel dna di Fondazione Cariplo”.

Quella dedicata all’infanzia è una delle quattro sfide di Fondazione Cariplo. Con una dotazione economica complessiva di oltre 80 milioni di euro, la volontà della Fondazione è quella di costruire “degli interventi, dei servizi e delle azioni che riescano a trasformare il tessuto delle comunità. Oltre ad ‘Anita-L’infanzia prima’, abbiamo lanciato la sfida ZeroNeet, che vuole provare a dare risposte a quei giovani che vivono una situazione di disagio, non solo per la mancanza di lavoro e di formazione, ma, forse, anche per qualcosa di più profondo. Nei primi mesi del 2026 – aggiunge la vice presidente – lanceremo la sfida che riguarda il mondo delle persone con disabilità, che cerca quindi di rispondere al loro desiderio e diritto di autonomia e, infine, più avanti nel 2026 partirà la sfida che riguarda le persone detenute, un tema abbastanza scomodo di cui spesso si sente parlare solo per episodi negativi e che invece va affrontato in maniera molto seria, perché è la cifra della civiltà di un Paese”.

Quello della Fondazione è “un programma di sfide pluriennali che attraverserà tutto questo mandato e che, oltre all’ambizione di provare a modificare quelle che sono le condizioni di queste persone nella comunità – conclude – ha anche la volontà e il desiderio di raccogliere alleanze più ampie e diversificate possibili, perché credo che tutti abbiano la voglia e forse anche la responsabilità di concorrere a rendere migliore la vita di tutti”.

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