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Inps, Fava: “Ripensare rapporto giovani-welfare”

21 Maggio 2025

Roma, 21 mag. (Adnkronos/Labitalia) – “Il rapporto tra giovani e welfare, oggi, è il vero banco di prova del patto sociale. I ragazzi vivono un mercato del lavoro instabile. L’accesso all’autonomia — economica, abitativa, personale — è ancora troppo difficile. E molti percepiscono il welfare come un sistema pensato per altri, per le generazioni precedenti. Per questo serve un cambio di paradigma: serve un welfare che non si limiti a distribuire risorse, ma che generi opportunità. Che coinvolga, ascolti, includa. Che parli il linguaggio dei giovani, nei luoghi e nei modi che loro riconoscono”. Così il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, intervenendo al Forum Pa. “In Italia – ha continuato -, ci sono 10,4 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni. Di questi, circa 7 milioni lavorano. E l’80% ha una contribuzione stabile negli ultimi cinque anni, coprendo in media l’80% dell’intero periodo. Numeri incoraggianti, che però nascondono una realtà più complessa: i restanti 3 milioni hanno una contribuzione frammentata o assente. Sono i precari, i disoccupati, i Neet. Sono le donne che hanno lasciato il lavoro. Sono una parte della nostra società che rischia di restare indietro. Anche tra chi lavora, poi, pochi sanno davvero cosa significhi ‘contribuire’. Pochi controllano il proprio estratto conto. Pochi sanno che quello che fanno oggi costruisce, giorno dopo giorno, la pensione di domani”.

Secondo Fava “viviamo una stagione istituzionale in cui le trasformazioni non sono più solo tecnologiche, ma anche culturali, sociali e perfino antropologiche. Una rivoluzione profonda, che ridisegna i rapporti tra persone, istituzioni e conoscenza. In questo scenario, il nostro compito non può più limitarsi all’attuazione di norme e prestazioni. Dobbiamo comprendere, anticipare, generare questo vuol dire essere un ‘motore di intelligenza sociale’, significa assumere un ruolo propositivo e riflessivo. Un’istituzione che non solo eroga, ma pensa, ascolta, interpreta, che trasforma i dati in previsioni, le tendenze in politiche, i numeri in storie. Un’intelligenza capace di leggere dentro le cose e, da lì, guardare oltre”. Ed ancora: “La transizione verso un welfare generativo è anche un passo verso la modernizzazione dell’Inps. È un progetto che mira a rendere i nostri servizi più vicini alle reali esigenze della società, delle persone e delle imprese, puntando a un sistema che non solo assicura le prestazioni, ma che promuove anche la partecipazione attiva e la crescita. Fondamentale il ruolo dell’Intelligenza artificiale. In questo cammino, l’Inps non è solo un ente che distribuisce risorse, ma un motore che, insieme alla collettività, contribuisce a creare un futuro più sostenibile”.

“La nuova App Inps mobile in 5 mesi è stata scaricata da oltre 2 milioni di utenti. La versione 4.0 lanciata il 20 dicembre scorso è già utilizzata da 6,1 milioni di utenti, +36% rispetto ai 3,9 del 2024. Nei primi cinque mesi dal rilascio della nuova versione sono stati registrati già 23 milioni di accessi. L’obiettivo della nuova App è avere il welfare tascabile a disposizione di tutti ovunque si trovino” conclude il presidente Inps.

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