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**Intelligence: Mantovano, ‘rivedere vincoli segretezza e non chiamarli più segreti segreti’**

10 Dicembre 2024

Roma, 10 dic. (Adnkronos) – “Essere così rigorosi nel divieto di disvelamento dell’identità degli appartenenti dei Servizi di informazione per la sicurezza è ancora una necessità al passo coi tempi? A scanso di equivoci, non mi riferisco al divieto che ovviamente va applicato col massimo del rigore per chi svolge compiti operativi. Mi riferisco a chi è impegnato nell’attività di analisi, o comunque in una attività caratterizzata da una naturale esposizione pubblica. Incontrato di frequente i rettori delle università italiane – parlo degli atenei più importanti e noti, statali e non statali -: sarebbero lieti di mettere a disposizione dell’intelligence nazionale alcuni dei loro migliori ex studenti o dei loro ricercatori. Ritengono una simile collaborazione motivo di vanto. Soffrono però il fatto di non poterne fare cenno pubblicamente. E questo ne determina l’impedimento. In altre Nazioni occidentali non è così”. A sollevare il tema è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, intervenendo questa mattina a Palazzo Dante alla cerimonia di premiazione della sesta edizione del premio ‘Una tesi per la sicurezza nazionale’, promosso dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) con l’obiettivo di avvicinare le giovani generazioni al mondo dell’Intelligence, promuovendo e incentivando gli studi su temi correlati alla Sicurezza Nazionale.

“Lo scorso anno, in questa occasione, proposi una lieve rettifica semantica: quella di archiviare l’espressione “Servizi segreti” – che evoca il nascondimento, le tenebre, le trame oscure – e di parlare di “Servizi di intelligence”; e quella di non usare più l’espressione “Comparto”, che richiama o le ferrovie o i supermercati. Non so misurare quanto seguito queste proposte abbiano avuto. Quest’anno aggiungo una ulteriore proposta, non più lessicale – rilancia Mantovano -: troviamo strade per riconsiderare i vincoli di segretezza riguardanti l’identità del personale della nostra intelligence non impiegato in contesti operativi. E ciò per agevolare una più libera propagazione del senso di appartenenza a questa sempre più fondamentale articolazione dello Stato. Nell’attesa che maturi qualcosa, potreste anticipare i tempi, e portare tra i vostri amici, negli ambienti che frequentate quotidianamente, l’orgoglio di essere diventati parte, anche solo per un giorno, di un pezzo della dinamica della nostra intelligence”, l’invito di Mantovano ai giovani. (segue)

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