Iran: Bergamini (Fi), ‘non dimenticare morte Amini, simbolo dittatura che schiaccia diritti’
Roma, 16 set. (Adnkronos) – “Due anni fa, Mahsa Amini spirava in un ospedale di Teheran dopo tre giorni di coma per le percosse ricevute da agenti della ‘polizia morale’ del regime degli ayatollah. La sua colpa? Non aver indossato correttamente il velo. Il suo sacrificio ha innescato una nuova fase di intensa mobilitazione contro una dittatura che schiaccia i diritti fondamentali, soprattutto delle donne, soffoca ogni espressione culturale di dissenso, costringe i cittadini al giogo di una minaccia insopportabile”. Così in una nota Deborah Bergamini, deputata, responsabile Esteri e vice segretario nazionale di Forza Italia.
“Il sacrificio di Mahsa, però, contiene anche un valore universale – prosegue -. Chiama il mondo libero a uno sforzo comune, come ricordato stamattina sul Corriere della Sera dalla premio Nobel, costretta anche lei in carcere, Narges Mohammadi. La morte di Mahsa deve rivolgere il nostro sguardo anche verso le donne afgane, cui oggi viene impedito persino di far sentire la loro voce in pubblico per un’ignobile legge introdotta dai Talebani. E verso ogni donna, ovunque nel mondo, infibulata, costretta a matrimoni forzati, ridotta in schiavitù, privata del diritto allo studio per ragioni ideologiche o religiose”.
“La morte di Mahsa è un monito al nostro impegno. Se ne parli, ovunque. Nelle istituzioni, sui media, nelle università e nelle scuole, affinché anche le generazioni più giovani siano consapevoli di quanto accade e crescano con il valore del rispetto e con la consapevolezza che ogni essere umano, in ogni parte del mondo, ha il diritto di realizzare se stesso. Non possiamo mai abbassare la guardia, negli organismi sovranazionali e in ogni spazio pubblico. La libertà ha un valore in sé: spinge a guardare oltre, ovunque ce ne sia bisogno. Abbiamo il dovere di farlo”, conclude Bergamini.
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