Iran: Tajani, ‘Italia pronta a ospitare colloqui fra Washington e Teheran’
Roma, 23 giu. (Adnkronos) – “L’Iran e gli Stati Uniti ritornino al tavolo il prima possibile senza intermediari. Che il ministro Araghchi si faccia vivo con gli Usa. Nel frattempo, però, bisogna convincere Teheran a non rispondere, a non attaccare le basi americane, ad evitare reazioni inconsulte per scongiurare l’escalation. Va abbassato in tutti i modi il livello dello scontro”. Lo ha detto il ministro degli Esteri e vice premier Antonio Tajani, dopo la riunione in videoconferenza alla Farnesina con tutti i nostri ambasciatori nei Paesi interessati dal conflitto, Russia e Cina comprese. Ha anche parlato col segretario di Stato americano Marco Rubio e ora sta tentando di mettersi in contatto con il ministro degli Esteri iraniano Araghchi, impegnato a Mosca. L’invito per entrambi sarebbe già pronto: “Vedetevi a Roma”.
Ripreso dalle principali testate, dal Corriere della Sera, a Repubblica, al Giornale e alla Stampa, il ministro aggiunge che “non siamo stati avvisati” dell’attacco americano all’Iran. Parlando poi del grave attentato a Damasco contro i cristiani, che “il rischio terrorismo purtroppo c’è sempre, il nostro Paese comunque sta già rinforzando le sue difese”. Dice inoltre di fidarsi delle rassicurazioni di Trump che non ci saranno altri attacchi. “In ogni caso non ci sono arrivate richieste” per quanto riguarda l’uso delle nostre basi. Quanto alla chiusura dello stretto di Hormuz da parte dell’Iran, afferma che “non sarebbe vantaggioso per loro e neppure per la Cina”. E aggiunge che Pechino e Mosca “condannano l’attacco americano, ma sono posizioni politiche, non penso siano realmente intenzionate a fare alcun tipo di intervento”.
Tajani parla anche della situazione a Gaza, dove “serve il cessate il fuoco, prima ancora della liberazione degli ostaggi israeliani. A un certo punto l’obiettivo sembrava anche possibile, ma poi Hamas ha fatto di nuovo saltare tutto. Al momento la verità è che solo gli Usa possono convincere Israele a fermare le operazioni. Di sicuro, però, non potrà essere Hamas a guidare la Palestina unita di domani”. E per l’Europa “ci vuole un salto di qualità, non c’è dubbio. Bisogna cambiare gli assetti istituzionali. Perché qual è il problema? Che tutti gli Stati membri dovrebbero muoversi in un’unica direzione, sempre per l’interesse collettivo, l’interesse dell’Europa. E invece molti Stati agiscono da soli, lo fanno per sé, per il proprio tornaconto. Giorgia Meloni, per esempio, è andata sì da Trump a parlare di dazi: ma lo ha fatto nell’interesse di tutta l’Europa, non solo del suo Paese”.
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