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Iran: Tajani, ‘Ue fermi guerra, rischio terrorismo ma intelligence è pronta’

19 Giugno 2025

Roma, 19 giu. (Adnkronos) – “L’Europa deve agire sempre di più e tutta insieme. Guai se i Paesi del nostro continente continuassero a muoversi in maniera separata e non in un’ottica comunitaria. Ricordiamoci sempre che cosa accadde in Libia con la cacciata di Gheddafi. Tutte le rivalità tra i Paesi europei ci hanno portato a contare di meno e non di più in quell’area”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un’intervista a ‘Il Messaggero’, aggiungendo che “dobbiamo mettere in campo un autentico e forte ‘sovranismo europeo’ che è la garanzia per tutti gli interessi dei Paesi Ue. La guerra in Iran deve spingerci a questo salto di qualità. Se non lo facciamo, compiamo un grande errore politico che pagheremo a caro prezzo”.

“Israele difende un modello di società e di democrazia – prosegue il vice premier – E ha ragione sulla bomba atomica iraniana. L’Iran ha sempre avuto una linea guida: cancellare lo Stato d’Israele dalla carta geografica. E se Teheran costruisce la bomba atomica e oltrepassa, come ha certificato l’Onu, la linea rossa, Israele ha il diritto all’autodifesa. Sono stati fatti tanti tentativi di dialogo, da anni, ma purtroppo sono tutti falliti e l’Iran si è voluta avviare a una escalation atomica non tollerabile, perché getta insicurezza sul mondo intero”.

Quanto al possibile intervento degli Usa nel conflitto, “è difficile interpretare il pensiero di Trump – prosegue Tajani – Cambia spesso posizione. E bisogna valutare le sue decisioni quando le prende davvero. La linea del G7 è comunque che si ritorni a trattare tra Stati Uniti e Iran sul nucleare. Oggi sembra impossibile, ma quel tavolo mediato dall’Oman, che l’Italia sostiene fino in fondo, è l’unico luogo dove possiamo riprendere un confronto diplomatico. Ma è l’Iran che deve essere pronto a tornare al negoziato. Con un obiettivo chiaro: Teheran non può pretendere di avere la bomba”.

Riguardo la possibilità di terrorismo conseguentemente all’ingresso in guerra degli Stati Uniti, Tajani ammette che “il rischio c’è sempre. L’Italia, per evitarlo, sta facendo la sua parte con il lavoro certosino dell’intelligence, delle forze dell’ordine. L’Italia è pronta a fare la sua parte a tutti i livelli, quello della sicurezza per i propri cittadini e quello più generale per favorire la de-escalation. È giunto il momento di fermarsi e lasciare che sia la diplomazia a parlare, non le armi. I Paesi arabi moderati vogliono tutti la de-escalation. E la loro mobilitazione è di cruciale importanza. Ancora però, per loro e per tutti noi, la fase è molto fluida ed incerta”.

In tutto questo, secondo il ministro, “ci sono gli Stati europei e non c’è ancora l’Europa in politica estera. Deve rafforzarsi il coordinamento degli europei sul piano della sicurezza così come è stato fatto per i dazi. L’azione italiana con l’amministrazione Usa è sempre stata finalizzata a sostenere, sulle tariffe, una politica comune europea e a mettere a disposizione dell’Europa le risorse diplomatiche italiane e il nostro buon rapporto con la Casa Bianca. Questo nostro approccio è stato capito: anche nella politica di sicurezza tutti, per la de-escalation, devono lavorare con questo spirito di collaborazione costante. Io credo che ogni Paese europeo sia troppo piccolo per contare a livello globale, mentre l’Europa non è troppo piccola per farsi valere sulla dimensione più larga. Tutto quello che sta accadendo ci deve far comprendere che la difesa comune significa avere più peso nelle crisi”.

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