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Israele, media: “Si prepara a invasione di terra in Libano”. Oggi ancora raid

25 Settembre 2024

Beirut, 25 set. (Adnkronos) – Nuovi raid di Israele sul Libano. Da questa mattina – fanno sapere le Idf- sono stati colpiti più di cento obiettivi di Hezbollah nel Paese dei Cedri. Secondo il ministero della Sanità di Beirut è di almeno 23 morti e 95 feriti il bilancio degli attacchi.

Nella “serie di attacchi” condotti nella notte dai caccia israeliani contro obiettivi di Hezbollah sono stati colpiti combattenti del gruppo, depositi di armi, lanciarazzi e altri obiettivi, riferiscono ancora le Idf. “In seguito all’attacco a diversi depositi di armi di Hezbollah sono state identificate esplosioni secondarie, che indicano la presenza di grandi quantità di armamenti all’interno delle strutture colpite”, ha affermato l’esercito israeliano.

In mattinata le forze israeliane avevano fatto sapere di aver intercettato un missile terra-aria sparato dal Libano verso il centro di Israele vicino a Tel Aviv. Missile che ha fatto scattare le sirene nelle regioni di Gush Dan e Sharon, nel centro del Paese, con le sirene di allarme che sono suonate anche a Tel Aviv, spiega il Times of Israel. Il Comando del Fronte interno delle Idf ha quindi ordinato ai cittadini israeliani di entrare nei rifugi antiaerei.

A stretto giro Hezbollah ha annunciato di aver sparato un razzo contro il quartier generale del Mossad vicino a Tel Aviv. Il gruppo guidato da Hassan Nasrallah ha spiegato di aver voluto colpire i responsabili degli assassini dei leader di Hezbollah e delle esplosioni dei cercapersone e walkie-talkie in Libano.

Due persone sono rimaste ferite invece da schegge dopo che alcuni razzi sono stati lanciati da Hezbollah contro il kibbutz Sa’ar, nella Galilea occidentale, ha riferito il servizio medico d’emergenza israeliano Magen David Adom, aggiungendo che, dei due feriti, uno è in condizioni gravi. Entrambi sono stati trasportati al Galilee Medical Center di Nahariya.

Le Idf hanno inviato un messaggio in arabo ai cittadini libanesi, chiedendo loro di non rientrare nelle case che hanno lasciato perché non è ancora sicuro tornare. ”Per la vostra sicurezza, non tornate nelle vostre case fino a nuova comunicazione”, recita il messaggio che lascia presagire nuovi attacchi israeliani in Libano.

Sono circa 500mila le persone sfollate in Libano dopo i raid aerei sferrati da Israele contro obiettivi di Hezbollah, ha riferito il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, durante un evento organizzato dalla Carnegie Foundation per la pace internazionale.

Hezbollah dal canto loro ha confermato l’uccisione di Ibrahim Qubaisi, comandante della divisione missilistica del gruppo, in un raid aereo israeliano a Beirut. Per Israele era un obiettivo chiave. Secondo le Idf, Qubaisi era responsabile della pianificazione e dell’esecuzione di numerosi attacchi contro civili e soldati israeliani.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rinviato a domani la sua partenza per New York, dove parteciperà alla 79esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lo ha reso noto il suo ufficio mentre si intensificano gli scontri tra l’esercito israeliano e Hezbollah in Libano.

“Il primo ministro Netanyahu partirà per il suo discorso alle Nazioni Unite domani, invece che stasera, e tornerà sabato sera”, ha affermato il suo ufficio in una nota.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite terrà oggi una riunione d’urgenza per discutere della situazione in Libano dopo l’escalation con Israele e i raid aerei delle Idf che hanno causato oltre 500 morti. Lo ha annunciato la presidenza slovena del Consiglio di sicurezza Onu.

L’incontro di oggi si terrà su richiesta della Francia e si svolgerà alle 18 ora di New York alla presenza.

“Lavoriamo per assicurare che non diventi una guerra su vasta scala”. E’ quanto ha detto Antony Blinken, intervistato oggi a ‘Good Morning America’, affermando che l’escalation del conflitto in Libano “deve essere contenuta” ed è possibile farlo. “La guerra su vasta scala non è nell’interesse di nessuno, anche se la situazione è peggiorata, una soluzione diplomatica è ancora possibile”, ha aggiunto il segretario di Stato.

“Infatti rimane l’unica via per una sicurezza duratura che permetta ai residenti di entrambi i Paesi di tornare alle loro case sul confine in sicurezza”, ha detto ancora, ricordando che quasi ad un anno dal 7 ottobre “in troppi su entrambi i lati del confine tra Israele e Libano rimangono sfollati”.

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