Lavoro, Gros-Pietro a Cernobbio: “Aiuto a chi è in difficoltà e maggiore redditività”
Cernobbio, 6 set.(Adnkronos) – “Le due cose devono andare insieme: aiuto a chi è in difficoltà, ma maggiore capacità di produrre ricchezza da parte della generalità dei posti di lavoro”. Così Gian Maria Gros-Pietro, presidente del Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo, rispondendo all’Adnkronos in collegamento da Cernobbio a una domanda circa i rischi sui posti di lavoro dal processo di digitalizzazione e la necessità di intervenire con strumenti per chi rimane privo di reddito.
“I nostri posti di lavoro non sono sufficientemente attrattivi, non riescono a trattenere i nostri laureati, ma non riescono neanche a consentire ai nostri giovani di crearsi una famiglia, a comprarsi una casa”, sottolinea Gros-Pietro. “Questo è il motivo per cui, come in tutte le altre grandi rivoluzioni tecnologiche del passato, a partire da quella dell’industrializzazione, bisogna cogliere l’onda e muoversi con essa, far crescere la redditività, la capacità di produrre ricchezza dai nostri posti di lavoro, investendo tantissimo nelle nuove tecnologie, in particolare nelle tecnologie digitali”, sottolinea.
“Sono quelle che stanno facendo crescere tutto il mondo e l’Italia ha bisogno di crescere più rapidamente in questa direzione”, evidenzia. “Intesa Sanpaolo sta investendo tantissimo, abbiamo già assunto 3.500 persone esperte in tecnologie digitali per andare avanti in questa transizione che ci deve tenere a livello dei migliori paesi nel mondo”, spiega.
“Credo che l’Italia non sia messa in condizioni di svantaggio rispetto ad altri paesi. Le nostre imprese producono in gran parte prodotti pregiati che possono anche sopportare dei prezzi più alti legati ai dazi”, ha poi spiegato il presidente Cda Intesa.
Si tratta di imprese “che sono state e sono tuttora molto veloci nel riorientarsi verso nuovi mercati e nuovi prodotti. I nostri esperti hanno fatto delle previsioni. Da un lato immaginano che le imprese scarichino sui prezzi all’esportazione i dazi, quindi che le loro merci costino di più e che quindi sia possibile che se ne vendano di meno: in questo caso ci sarebbe un risultato negativo, però non travolgente, meno 0,2% di crescita del Pil. L’ipotesi invece estrema è che le imprese prendano tutto a loro carico il dazio per non aumentare i prezzi di vendita. Questo farebbe ridurre i loro margini di utile che comunque rimarrebbero maggiori di quelli che erano nel 2019 prima della pandemia”, sottolinea.
In conclusione, dice Gros-Pietro, “sarebbe stato meglio che i dazi non ci fossero, ma siamo in grado di affrontarli e non dimentichiamo che l’obiettivo vero è far crescere la nostra economia in direzione di una più alta redditività economica, reale, concreta, dei posti di lavoro”, conclude.
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