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Lidl, De Molli (Ceo Ambrosetti): “Ha impatto determinante per crescita ecosistema industriale”

13 Maggio 2024

Milano, 13 mag. – (Adnkronos) – “Sono molto orgoglioso che il team The European House – Ambrosetti abbia misurato, attraverso la nostra griglia metodologica interpretativa dell’ecosistema italiano che guarda a quattro capitali – economico, sociale, ambientale e cognitivo – le implicazioni di impatto di Lidl per il sistema Paese”. Lo ha detto il managing partner e Ceo di The European House – Ambrosetti Valerio De Molli a margine dell’evento di presentazione del ‘Bilancio di impatto socio-economico’ di Lidl Italia, commissionato dall’insegna della Gdo al primo think tank privato italiano.

“Ritengo siano degni di menzione almeno due aspetti. Il primo riguarda quanto vale Lidl come ecosistema diretto, indiretto, indotto e catalizzato sul sistema Paese. Lidl in Italia supera i 7 miliardi di valore aggiunto, pari allo 0,4% del Pil del Paese – illustra De Molli – L’elemento sorprendente è che se misuriamo il valore aggiunto cumulato nei dieci anni, pari ad oltre 8 miliardi, e lo confrontiamo con quanto hanno distribuito agli azionisti le prime dieci aziende quotate italiane, ovvero 110 miliardi nel decennio, scopriamo che questa cifra vale l’8% di tutto quanto distribuito agli azionisti, con una differenza sostanziale, ovvero che la politica industriale di Lidl non prevede la distribuzione del dividendo, ma prevede il reinvestimento di tutto”.

“Se è vero il mantra di The European House – Ambrosetti, che recita ‘no imprenditori= no investimenti= no lavoro= no crescita= no futuro, è evidente che un gruppo come Lidl, che cresce molto attraverso gli investimenti e rimette nell’ecosistema tutto quello che genera come valore – spiega il Ceo di The European House – Ambrosetti – è un gruppo che ha un impatto determinante per la crescita dell’ecosistema industriale di tutto il Paese”. “Il secondo aspetto riguarda l’effetto traino sulle filiere industriali. Pensate che i 2 miliardi e mezzo annui di prodotti alimentari esportati se fossero un’unica impresa sarebbero la seconda più grande azienda esportatrice d’Italia nel food, essendo la prima Parmalat. Quindi l’impatto sistemico è davvero notevole”, conclude.

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