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Mafia: pm, ‘ritrovato benessere per Cosa nostra’

11 Febbraio 2025

Palermo, 11 feb. (Adnkronos) – “Il ritrovato benessere economico ha consentito all’associazione, negli ultimi tempi, di assolvere puntualmente l’obbligo del mantenimento dei sodali detenuti e delle loro famiglie, che, come notorio, oltre a rispondere ad un principio solidaristico di mutua assistenza, è soprattutto finalizzato ad assicurare la compattezza dell’associazione altrimenti in balia di plurime delazioni”. Così, i pm della Dda di Palermo nel provvedimento di fermo. “In tutte le indagini si è dunque assistito ad una serie di periodiche e costanti consegne di denaro come, ad esempio, in favore dei capimafia detenuti del calibro di Giulio Caporrimo, Calogero Lo Piccolo e, degli ancor più noti, Sandro Lo Piccolo e Salvatore Lo Piccolo, nonché alla moglie di quest’ultimo, Rosalia Di Trapani. Ecco una intercettazione, in cui Serio dice: “io so che Giulio è a posto, mio cugino Calogero è a posto, suo padre è a posto, lui è a posto ….. se mi porti questi cinquemila euro per Natale e io gli devo dare mille euro a Giulio, mille euro a mio cugino Calogero, mille euro a suo padre, mille euro a suo fratello e mille euro a mia cugina Rosalia che è con gli arresti domiciliari là sopra, glieli devo mettere dalla tasca io! a suo figlio già glieli ho mandati”, per i pm “tanto da registrare, talvolta, l’irritazione degli associati liberi, pressati dalle pretese (così ad esempio Mule’ Francesco, all’epoca reggente della famiglia di Palermo Centro, a proposito del mantenimento di Giovanni Castello: “ma questo non è che … gli pare che c’è … la banca?”; .. Non è che, per dire, uno è “impiegato all’INPS”!)”.

“Particolarmente significativa è la circostanza del ritrovamento, in occasione dell’arresto del latitante Auteri, di appunti cartacei contenenti elenchi di nomi di appartenenti al mandamento di Porta Nuova ai quali era garantito il suddetto beneficio (come quelli di Pispicia Gioacchino, Lo Presti Tommaso “il pacchione”, Lo Presti Tommaso “il lungo”, Badalamenti Gaetano, Lipari Onofrio, Lo Presti Calogero detto Pietro, Calcagno Paolo)- dicono i pm – elenchi, peraltro, non esaustivi essendosi accertato, attraverso le intercettazioni, che per il medesimo mandamento un’altra nutrita schiera di detenuti era mantenuta con gli introiti dell’associazione mafiosa (quali Lo Presti Calogero, Di Michele Nicolò, Verdone Roberto, Arcuri Francesco, Di Giovanni Gregorio, Castello Giovanni)”.

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