Mafia: vedova Mico Geraci, ‘non ci speravo più, finalmente mio marito avrà giustizia’
Palermo, (Adnkronos) – “Non ci speravo più, la mia famiglia si era ormai rassegnata… Ma finalmente mio marito avrà giustizia”. Piange, Enza Scimeca, la vedova di Mico Geraci, dopo l’arresto dei fratelli Pietro e Salvatore Rinella, di Trabia, raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare firmata dal capo dell’ufficio gip Alfredo Montalto. “Non sono riuscita a chiudere occhio questa notte”, dice ancora la donna, che da 25 anni chiede giustizia per il marito. “Ci sono voluti 25 anni per conoscere i nomi dei mandanti dell’omicidio di mio marito Mico – aggiunge la signora Scimeca – E ci sono voluti altri due pentiti. Avevo sentito che il caccamese Emanuele Cecala aveva iniziato a collaborare con la giustizia. E così è stato”.
“Da oggi siamo una famiglia più serena, anche se mio marito non me lo ridarà più nessuno – prosegue Giusi Scimeca – Non cambierà nulla ma almeno avremo giustizia”. E aggiunge: “Finalmente una buona notizia. Sinceramente non ci speravo più. Ero rassegnata Ne parlavo proprio pochi giorni fa con mio figlio Giuseppe. Pensavamo che non avremmo mai saputo chi aveva voluto la morte di mio marito”. L’inchiesta sull’omicidio di Mico Geraci, ucciso nel 1998 a Caccamo (Palermo), davanti alla sua abitazione, è stato riaperto grazie alle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, Massimiliano Restivo, Emanuele Cecala e Andrea Lombardo. Dichiarazioni che sono state esaminate dalla Procuratrice aggiunta di Palermo, Marzia Sabella, insieme con i pm Giovanni Antoci e Bruno Brucoli, che hanno coordinato l’inchiesta. “L’omicidio era stato ordinato da Salvatore e Pietro Rinella su input di Bernardo Provenzano”, hanno detto i pentiti di mafia.
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