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Mani pulite: De Lorenzo, ‘violazione contro democrazia, per vitalizio ho difeso diritto’

25 Aprile 2025

Roma, 25 apr. (Adnkronos) – “Finanziavo il partito. Io non ho mai preso un centesimo per me. E non esiste un testimone che dica di avermi dato dei soldi. Nessuno. Solo il mio segretario, che scrisse un memorandum con Di Pietro. Lo ha ammesso lui stesso: lo scrisse insieme al pubblico ministero, per evitare il carcere”. Antonio Di Pietro “perseguiva un suo interesse. Aveva un’idea distorta del ruolo e della funzione del pm. Un pm dovrebbe tutelare anche gli imputati, non solo accusare e cercare di strappare confessioni attraverso l’uso della minaccia carceraria”. Lo dice l’ex ministro della Sanità, Francesco De Lorenzo, intervistato da ‘Il Foglio’.

“Non l’ho chiesto io, il vitalizio. Ma era un diritto, e i diritti -rivendica- si difendono. Anche quando sei stanco, anche quando il mondo ti ha già processato e condannato. La Prima Repubblica era l’insieme dei partiti e delle culture politiche che hanno rifatto l’Italia dopo la distruzione della guerra. Non era perfetta, certo, ma aveva un’anima. È stata cancellata con un colpo di spugna. Via le prime file, via le seconde file, ma via pure le terze e anche le quarte file. Con un’eccezione. I comunisti. L’eccezione sono stati i comunisti, soltanto grazie all’indulto del 1989. Tutto ciò che era accaduto prima del 1989 non era perseguibile. E quindi manco si indagava. Di fatto, Mani Pulite colpì solo la classe dirigente che operò dal ‘90 al ‘92. Fu una selezione, non una pulizia”.

“Tangentopoli nasce con me. La mia fu la prima violazione fatta contro la democrazia, contro il parlamentarismo e contro la politica in generale. A settembre del 1992 i Carabinieri vennero a perquisire il mio ufficio a Napoli senza autorizzazione a procedere. Sequestrarono i dischetti del mio computer. Venticinque richieste di autorizzazione a procedere. Quindici processi a Napoli. Uno è durato dieci anni. Una sola condanna in via definitiva che mi ha anche portato in carcere mentre avevo il cancro. Ma io -ribadisce De Lorenzo- non ho mai preso una lira per me. Io sono colpevole, sì: colpevole di finanziamento illecito ai partiti. E lo hanno anche scritto le Sezioni unite della Corte di Cassazione. Non avrei mai dovuto finanziare il partito. Fu come aprire una crepa nel muro, e il muro crollò. Non solo su di me, ma su un’intera epoca”.

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