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Manovra: Boccia, ‘solo rinunce e condoni, Italia ferma ma governo sceglie di galleggiare’

31 Ottobre 2025

Roma, 31 ott. (Adnkronos) – “Il Governo ha sceglie la stagnazione e si galleggiare. La quarta manovra Meloni vale più o meno 18 miliardi, la più bassa dell’ultimo decennio: numeri che non reggono l’urto di un’economia ferma. Il PIL 2025 viaggia verso lo 0,5% (contro l’1% promesso), la produzione industriale nei primi sette mesi è -0,8% sul 2024, le ore di cassa integrazione rischiano i 600 milioni a fine anno. Senza Pnrr saremmo in recessione. Nel frattempo la pressione fiscale resta al 42,8% e i salari reali non hanno recuperato l’erosione 2022-23″. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia intervenuto a Rovigo ad un incontro con le parti sociali, con la deputata Nadia Romeo, per una iniziativa elettorale dem a sostegno di Giovanni Manildo candidato del centrosinistra a Presidente della regione Veneto.

“Di fronte ai dazi Usa che colpiscono meccanica, farmaceutica, moda, agroalimentare e lusso (fino a 10 miliardi di export a rischio), il governo non mette in campo un piano di difesa dell’industria. Sull’Irpef, la riduzione al 33% fino a 50mila euro produce benefici di pochi euro al mese: misura frammentata, che non sterilizza davvero il fiscal drag. Prosegue la stagione di condoni e rottamazioni mentre mancano investimenti veri. Sulla sanità la spesa torna a calare in rapporto al PIL (dal 6,16% al 5,93% entro il 2028): ci sono organici insufficienti, liste d’attesa non affrontate, risorse disperse. Scuola e ricerca subiscono tagli e rinvii, la politica industriale assente. Il Mezzogiorno è penalizzato dalle rimodulazioni dei Fondi per lo Sviluppo e la Coesione e dall’uso improprio del Pnrr a copertura. Nel frattempo si preoccupano del Ponte e non c’è un euro in manovra per le aree interne del Paese”.

“È una manovra modesta e rinunciataria, che accetta la crescita zero e scarica il costo dell’immobilismo su famiglie, lavoratori e Pmi. Il Pd propone scelte opposte: salario minimo, sterilizzazione del fiscal drag, taglio del costo dell’energia, politica industriale verde e digitale che difenda le filiere strategiche (automotive, siderurgia, moda, agroalimentare), e un rifinanziamento strutturale di sanità, scuola e ricerca. L’Italia – ha concluso Boccia – non ha bisogno di austerità difensiva, ma di sviluppo e giustizia sociale. Senza una svolta, questo Paese – tenuto in piedi dal Pnrr – rischia di spegnersi”.

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