Manovra: senatrici Pd, ‘penalizza donne, denota visione superata famiglia’
Roma, 6 nov. (Adnkronos) – “La manovra all’esame del Parlamento è penalizzante per le donne e denota una visione miope, limitata e superata della famiglia, che viene rafforzata. La famiglia per questo governo è una sola, con un uomo/marito/padre lavoratore e una donna, soprattutto madre, che lavora anche fuori casa, ma preferibilmente part-time, mentre su di lei grava gran parte del lavoro domestico e di cura. Un’amara conferma, al di là delle chiacchiere della premier Meloni. Di quali famiglie parla la premier? Una ristretta minoranza e non è così che si incentiva la natalità”. Così in una nota le senatrici del Pd.
“Sul lavoro delle donne – proseguono – si investe poco e male: la decontribuzione fiscale per le imprese è prevista solo in caso di assunzione di donne svantaggiate o madri di tre o più figli piccoli. Non solo, si considera la donna come percettrice di secondo reddito, al punto da incentivare la trasformazione dei contratti full time in part time, sempre per lavoratrici con 3 o più figli minori. Prosegue poi la politica dei bonus e degli spicci: si riserva alle lavoratrici a basso reddito, madri di 2 o più figli minori, un assegno integrativo mensile di 60 euro. Mentre il famoso bonus ‘centri estivi’ si riduce a 60 milioni di euro per 4,5 mln di bambine e bambini, pari a poco più di 13 euro a testa per l’intera estate, quando i centri estivi nelle grandi città costano fino a 150 euro a settimana”.
“Ma non finisce qui: sparisce perché non rifinanziata ‘Opzione donna’ che, seppure penalizzante in termini di assegno, consentiva alle donne in determinate condizioni di accedere alla pensione prima dei 67 anni. Unica nota positiva: l’estensione della possibilità per i genitori di accedere ai congedi parentali fino ai 14 anni di età dei figli, e non più 12, retribuiti però al 30% dello stipendio. Insufficienti i 10 milioni di euro per i centri antiviolenza e le case rifugio, che avrebbero bisogno di più risorse da erogare con continuità, mentre per il reddito di libertà per le vittime di violenza maschile vengono stanziati nel 2026 solo 500 mila euro in più, con il rinvio dei 4 milioni in più al 2026. Infine, una norma che strizza l’occhio alla lobby dei padri separati: viene istituito con 20 milioni un fondo affitti per il genitore non affidatario della casa famigliare. Una beffa se si pensa che il fondo affitti è sparito dalla manovra”, concludono.
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