**Mattarella: appello a comuni, ‘concordia Istituzioni dovere, autonomia non è separatezza’**
Torino, 20 nov. (Adnkronos) – “La collaborazione tra Istituzioni è un dovere repubblicano”, specie quando “viene aggredito il principio di legalità” e si configurano “minacce al funzionamento e alla dignità delle istituzioni” stesse. Per la terza volta nel giro di appena cinque giorni il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, torna a sottolineare la necessità di una collaborazione tra i poteri dello Stato, superando scontri e contrapposizioni. Stavolta la platea a cui si rivolge il Capo dello Stato è l’Assemblea dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni d’Italia.
“La collaborazione tra Istituzioni è un dovere repubblicano”, premette la massima carica dello Stato, per poi aggiungere: “Con chi costruire l’Italia dei prossimi decenni, se non con i Comuni, opera che richiede partecipazione corale e diffusa, concordia tra le istituzioni, convergenza delle istanze popolari? La concordia è necessaria di fronte alle emergenze, purtroppo divenute frequenti. Quando viene aggredito il principio di legalità. Davanti a minacce al funzionamento e alla dignità delle istituzioni”.
È il concetto intorno al quale ruotano le considerazioni di Mattarella, riflessioni di carattere generale e naturalmente riferite in particolare al ruolo dei Comuni, ma che inevitabilmente si riflettono sui temi che caratterizzano l’attualità politica. “La costruzione di un sistema di autonomie, colloca i Comuni, come recita l’articolo 114 della Costituzione, ‘al fianco dello Stato come elementi costitutivi della Repubblica’, proprio in virtù, secondo una sentenza della Corte costituzionale del 2002, della ‘comune derivazione dal principio democratico e dalla sovranità popolare'”.
“L’autonomia dei Comuni -puntualizza allora il Capo dello Stato- non è separatezza. È, piuttosto, una funzione dell’unità dell’Italia. L’Anci è sempre stata ed è espressione di consapevolezza in questo senso, ponendo i temi della uguaglianza e della solidarietà alla base della sua azione. L’unità riguarda, infatti, i rapporti tra le istanze dei territori di ogni Comune. Gli squilibri -mette poi in chiaro Mattarella- producono successi effimeri e successive disillusioni. Egoismo e isolamento sono categorie che non appartengono all’agire delle municipalità italiane”.
Nel giro di appena cinque giorni il Presidente della Repubblica- ricorda dunque che “i poteri dello Stato e le funzioni dei vari organismi dello Stato non sono fortilizi contrapposti che cercano di strappare territorio gli uni agli altri”; che “l’interlocuzione non è un inciampo, un fastidio, un rito, è l’esplicarsi della democrazia di un Paese”; che quindi “la collaborazione tra Istituzioni è un dovere repubblicano”. Un modo, sembra potersi leggere in filigrana nelle parole di Mattarella, anche per non allontanare ancora di più i cittadini dalla politica, anzi per riavvicinarli.
“La democrazia vive della partecipazione: se questa non c’è, appassisce. Veramente, letteralmente -come in botanica- sfiorisce e non possiamo permettercelo”, aveva detto il Presidente venerdì scorso parlando con i giovani. Ed oggi, nel suo discorso ai sindaci, alla luce dei dati sull’affluenza registrati alle Regionali di domenica e lunedì scorsi, afferma: “occorre adoperarsi, culturalmente e politicamente, perché la partecipazione al voto torni a salire”.
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