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Milano: gip, ‘da La Russa jr e amico profonda superficialità ma nessuna violenza’

30 Ottobre 2025

Milano, 30 ott. (Adnkronos) – Non ci sono elementi per sostenere l’accusa di violenza sessuale contro Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio, e l’amico deejay Tommaso Gilardoni. Lo scrive nell’ordinanza di archiviazione la giudice per le indagini preliminari di Milano Rossana Mongiardo che accoglie la richiesta della Procura a cui si era opposta la difesa della ragazza. Per la giudice gli elementi a carico degli indagati “non possono essere ritenuti idonei a fondare un giudizio di ragionevole previsione di condanna”, secondo i dettami della riforma Cartabia.

Al centro dell’indagine quanto accaduto la notte tra il 18 e il 19 aprile del 2023, quando i tre si ritrovarono a casa di Leonardo Apache dopo aver trascorso insieme la serata in un locale esclusivo del centro di Milano. La mattina la giovane si sveglia nel letto dell’ex amico di liceo senza ricordare nulla. La perizia medica che certifica l’assunzione di alcol “non fornisce elementi certi da cui poter inferire la mancata capacità, da parte della persona offesa, di esprimere un valido consenso agli atti sessuali con gli indagati”. Per la Procura la giovane, ripresa dai due in alcuni brevi video con il cellulare, appare “vigile ed orientata”, capace di reggersi in piedi, di parlare e “di ammiccare alla telecamera” del telefono.

“Pur non potendo concludere con la medesima certezza mostrata dal pubblico ministero che la persona offesa abbia preso parte agli atti sessuali con piena cognizione di causa, deve tuttavia osservare, anche nell’ottica del principio del favor rei, come tali video non rappresentino in maniera inequivoca una coercizione da parte degli indagati”, scrive la giudice. Allo stesso modo il comportamento della ragazza, seppur descritto da chi è presente alla festa come “euforico o stravagante”, non è un dato per poter sostenere che i due amici avessero avvertito lo stato di alterazione, tale da incidere sul consenso. In conclusione, “Certamente, la condotta degli indagati è connotata da profonda superficialità e scarso rispetto della persona offesa, come dimostra il tenore dei messaggi scambiati, ma non tale da assurgere, per quello che si è detto, a rilevanza penale” conclude la gip Mongiardo.

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