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Milano: morta per salvarsi da incendio, fermato ‘era un dispetto, sbaglio che pago a vita’

6 Giugno 2025

Milano, 6 giu. (Adnkronos) – Due versioni e tante omissioni. E’ questo che emerge nelle parole di Sinval Michael Pereira, 45 anni brasiliano, fermato con l’accusa di incendio doloso e omicidio volontario aggravato della compagna e connazionale Sueli Leal Barbosa, la quale si è buttata dalla finestra del suo appartamento al quarto piano in viale Abruzzi a Milano nel tentativo di fuggire alle fiamme appiccate dall’uomo. Nel pomeriggio di ieri giovedì 5 giugno, a poche ore dalla morte della quarantottenne, negli uffici della Squadra mobile in questura, l’uomo racconta di essere uscito verso le ore 23 la sera precedente per andare a bere in un bar. Omette la lite con la donna, racconta di una caldaia difettosa, dell’abitudine della compagna di lasciare candele accese, poi di fronte alla contestazione che una telecamera lo inquadra mentre esce di casa alle ore 00.49, vacilla e si autoaccusa.

“Io e Sueli abbiamo discusso, lei era arrabbiata con me perché voleva che la raggiungessi a letto anziché bere, io mi sono innervosito, ho fumato una sigaretta e un istante prima di uscire l’ho gettata sul tappeto che era davanti al divano. Lei era maniaca della pulizia, volevo solo farle un dispetto, non pensavo che avrei provocato un incendio. Preciso che lei puliva il tappeto e il divano con alcol ed ammoniaca”. Il resto lo spiega nell’interrogatorio davanti alla pm Maura Ripamonti. “Volevo fare un dispetto, non pensavo di provocare un incendio o di ucciderla”. Gli acceleranti trovati, nel sopralluogo dei vigili del fuoco, in salotto e in camera da letto raccontano un’altra storia per gli inquirenti.

“Sono molto dispiaciuto. La cosa che mi fa più male è la sua morte, noi avevamo in programma di sposarci il mese prossimo. Stavamo solo aspettando il mio divorzio. Mi distrugge sapere che lei sia morta per una stupidaggine che ho fatto io. E’ uno sbaglio con cui dovrò convivere tutto il resto della mia vita”. Dice di non aver visto le fiamme prendere piede, ma alle 00.56, sette minuti dopo essersi chiuso la porta di casa alle spalle, i vicini chiamano già i soccorsi. In questo rapporto “burrascoso” – a dire di chi conosceva la coppia – è “il risentimento” per la Procura la molla “un’azione caratterizzata da un minimo di pianificazione e non frutto di un’azione d’impeto”. Le bugie, i filmati dell’incendio e delle telecamere, il sopralluogo restituiscono “un quadro di estrema gravità indiziaria” nei confronti di chi “non ha manifestato alcuna forma di dolore o ancor meno resipiscenza”.

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