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Milano: Scandurra a gip, ‘imparziale anche con chi dà 400mila euro’

6 Agosto 2025

Milano, 6 ago. (Adnkronos) – Il presunto ‘giallo’ della Torre Calvino, ma anche una difesa ferrea della propria professionalità. Alessandro Scandurra, architetto ed ex componente della Commissione paesaggio del Comune di Milano, ha risposto a tutte le domande nell’interrogatorio preventivo dello scorso 23 luglio. Ai domiciliari per falso e corruzione, sul progetto poi diventato Torre Futura in via Calvino – bocciata e poi promossa con l’addio (obbligato) dell’architetto Andrea Brugnara – fornisce una versione ben diversa da quella della Procura di Milano.

Sentito dal giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini, a chi lo accusa di aver chiesto al collega Brugnara “lascia il tuo nome nel frontespizio”, quasi a indicare la necessità di restare nascosto, Scandurra restituisce, invece, l’idea che si tratti di un “riconoscimento” al lavoro iniziale del collega, meno esperto nei progetti sulle torri. “Il progetto ha avuto 8 mesi, 9 mesi di gestazione, sapevo che sarebbe arrivato in commissione, avrebbe avuto un giudizio severo, perché era comunque una torre alta, un edificio eccezionale, mi sono speso anche economicamente per produrre un progetto di alta qualità”. Un progetto che ottiene l’ok della Commissione, nonostante la precedente bocciatura, e da cui lui si astiene. Le carte restituiscono anche i contratti con i gruppi immobiliari come Coima, Kryalos e Castello. Alla domanda del giudice se riesce a ritenersi imparziale di fronte all’approvazione di un progetto che proviene da un soggetto che gli ha dato 400mila euro, l’indagato replica: “Sì, sono assolutamente imparziale, perché il mio codice etico mi fa dire di non mescolare le funzioni”.

Scandurra sottolinea anche che “eravamo in 11 ed era una commissione che dialogava ogni volta, progetto per progetto, ed è difficile, le assicuro, convincere altre 10 persone se non sono in grado di comprendere una cosa o l’altra. Soprattutto nelle piccole cose che sono capitate a me in quelle occasioni in cui non mi sono astenuto, sempre seguendo il regolamento del Comune”. E aggiunge: “Mi avessero detto che io non dovevo partecipare, dovevo astenermi, mi sarei astenuto. Se mi avessero detto di non ricevere incarichi da…di non poter ricevere incarichi da soggetti che presentavano in ogni modo alla commissione un progetto, non avrei fatto parte della Commissione del Paesaggio. Io prestavo le mie capacità, la mia sensibilità, la mia conoscenza alla Commissione del Paesaggio, alla pubblica amministrazione per ottenere il meglio. (…). Non era rimunerato”.

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