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Milano: Stefano Boeri indagato per lottizzazione abusiva nel progetto Bosconavigli (2)

12 Settembre 2024

(Adnkronos) – Nell’inchiesta, oltre al progettista Boeri, risultano indagati – come si legge nell’avviso di conclusione indagini – Marco Nolli in qualità di legale rappresentante della società Milano 5.0 (committente e titolare del permesso di costruire), l’altro progettista Cristoforo Giorgi, il direttore dei lavori Stefano De Cerchio, Giovanni Oggioni in qualità di direttore dell’Area Sue del Comune di Milano e Alberto Viaroli responsabile dell’Unità convenzionamenti e attuazione piani di Palazzo Marino.

Agli indagati i pm Mauro Clerici e Paolo Filippini contestano la lottizzazione abusiva per aver contribuito alla realizzazione del complesso residenziale di via San Cristoforo, per un totale di 90 appartamenti su dodici piani, in un’area di 8.050 metri quadrati che dovrebbe ospitare 333 persone, realizzato “illegittimamente” ossia con un permesso di costruire convenzionato concesso violando plurime disposizioni di legge”. In particolare, per la procura, data l’altezza dell’edificio e la densità prevista, il via libera “non poteva essere consentito in assenza di un piano particolareggiato esecutivo o di un piano di lottizzazione esteso all’intera zona”. Il nuovo edificio, inoltre, non avrebbe dovuto superare l’altezza degli edifici vicini, mentre il progetto Bosconavigli, la cui realizzazione è quasi ultimata, “eccede largamente”.

Soprattutto, si sostiene nel documento, è esclusa la possibilità del permesso di costruire convenzionato “nel caso di interventi su lotti liberi”, come in questo caso. Per il progetto in zona Navigli era dunque “necessaria” l’approvazione da parte del Consiglio o della Giunta comunale, “mentre lo schema della convenzione per il Bosco navigli è stato approvato soltanto con la determinazione 26 aprile 2022” tra il Comune e la società Milano 5.0 srl. Una strada dannosa per il Comune, ritengono i pm, e che avrebbe garantito “la totale ‘monetizzazione’ delle aree ‘a standard’ (ovvero da destinare ad attrezzature pubbliche e di interesse pubblico) – con importo determinato tabellarmente in 434,91 euro al metro quadro -, “in assenza della inderogabile valutazione di opportunità e convenienza per l’amministrazione comunale di accettare la monetizzazione in luogo della cessione gratuita” con conseguente “illegittima riduzione del 25% del valore venale non applicabile in mancanza della indicazione dei proventi della monetizzazione”.

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