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Mo: centinaia di alti diplomatici chiedono a Ue di intervenire con urgenza su crisi Gaza

26 Agosto 2025

Londra, 26 ago. (Adnkronos) – E’ stata pubblicata una lettera pubblica firmata da 209 ex ambasciatori dell’Ue, alti funzionari diplomatici e ambasciatori degli Stati dell’Ue, in cui si chiede un’azione urgente in merito alla guerra di Israele a Gaza e alle azioni illegali in Cisgiordania. Se l’Ue non agirà collettivamente, gli Stati membri dovranno adottare misure individualmente o in gruppi più piccoli per sostenere i diritti umani e far rispettare il diritto internazionale, si legge nella lettera, che delinea nove possibili approcci. Tra questi rientrano la sospensione delle licenze di esportazione di armi, il divieto di commercio di beni e servizi con insediamenti illegali e il divieto per i centri dati europei di ricevere, archiviare o elaborare dati provenienti dal governo israeliano o da fonti commerciali se correlati alla “presenza e alle attività di Israele a Gaza e altrove nei territori occupati”.

Tra i firmatari figurano 110 ex ambasciatori, 25 ex direttori generali e due dei diplomatici più importanti dell’Ue: Alain Le Roy , ex segretario generale del Servizio europeo per gli affari esteri, e Carlo Trojan, ex segretario generale della Commissione europea. “Ciò ha toccato una corda sensibile”, ha affermato Sven Kühn von Burgsdorff, ex rappresentante dell’Ue nei territori palestinesi e membro di un gruppo direttivo di 6 ex diplomatici che coordinano l’iniziativa, iniziata a metà luglio. Questa lettera rappresenta il terzo appello pubblico all’azione, e il primo a chiedere alle nazioni di agire individualmente se l’Ue non intraprende un’azione collettiva. Una proposta di sospendere parzialmente Israele dal fondo di ricerca Horizon per Gaza è fallita a fine luglio.

“C’è così tanto sgomento nelle istituzioni, la gente dice basta”, ha detto Kühn von Burgsdorff. “Non possiamo restare paralizzati se i 27 (Stati membri) non riescono ad agire, perché questo tradisce i nostri valori. Per questo abbiamo proposto nove azioni che possono essere intraprese a livello statale o da gruppi di Stati”. “I governi europei stanno perdendo credibilità non solo nel Sud del mondo, ma anche tra i nostri cittadini, in ogni Stato membro”. Kühn von Burgsdorff ha citato un sondaggio condotto nella sua nativa Germania, tradizionalmente un convinto sostenitore di Israele, che ha mostrato che l’80% della popolazione non è d’accordo con le azioni di Israele a Gaza e due terzi vogliono che il governo intervenga.

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