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Mo: le posizioni dei partiti, Israele al centro del confronto e in discussione finisce UnifiL

2 Ottobre 2024

Roma, 2 ott (Adnkronos) – L’escalation in Medio Oriente, con gli ultimi sviluppi sul fronte tra Libano e Israele, fanno discutere il Parlamento. Le posizioni dei partiti assumono sfumature diverse, specie sull’atteggiamento da tenere nei confronti del governo Netanyahu. E nel dibattito politico finisce anche la missione UnifiL, che vede impegnati 1.076 militari italiani in Libano. Se ne è discusso in occasione dell’audizione dei ministri degli Esteri e della Difesa di fronte alle commissioni riunite di Camera e Senato.

La maggioranza è, ovviamente, schierata sulla posizioni illustrate più volte dal governo. “Il 7 ottobre è vissuto da Israele con il tentativo di un nuovo Olocausto. Non dobbiamo dimenticarlo. Hezbollah e Hamas hanno come obiettivo la distruzione di Israele e anche gli Stati Uniti hanno optato per il pragmatismo e l’aiuto a Israele”, ha spiegato il senatore Maurizio Gasparri (FI), per il quale “è condivisibile la linea due popoli due Stati. Ma Israele è uno Stato, l’altro non esprime scelte democraticamente. In Palestina le ultime elezioni, di dubbia natura, si sono svolte anni fa”.

La Lega, con la senatrice Stefania Pucciarelli, ha espresso “condanna per la politica europea”, mentre “un grazie va al governo italiano anche per il supporto agli aiuti umanitari e per l’appello alla ragionevolezza e per una de-escalation”. E’ stato invece Fratelli d’Italia, con Roberto Menia, ad aver messo al centro dell’attenzione UnifiL. “Dall’aggressione di Hamas si è consolidato un mondo, un asse del male, che sposa la tesi della distruzione di Israele. La sproporzione non la puoi non vedere. Vedo cieli di guerra mai immaginati, sempre più vicini”, ha detto il senatore di FdI.

(Adnkronos) – Menia si è rivolto a Crosetto: “La nostra presenza in Libano, fino a quando e a che condizioni? Non voglio più vedere ragazzi italiani che tornano in una cassa di legno senza capire il perché. E’ una notazione personale ma anche a nome di tanti altri”. Più critici con Israele sono invece i partiti di opposizione, che rimproverano al governo italiano il “doppio standard” utilizzato nel condannare le scelte di Tel Aviv.

“Noi condanniamo l’attacco iraniano, un regime contro il quale ci siamo schierati nelle piazze come Pd. Ma non ho sentito condannare l’invasione di terra in Libano, una richiesta di ritiro delle truppe di Israele dal confine e il rispetto della risoluzione 1701 del 2006”, ha detto Peppe Provenzano (Pd), che ha insistito anche su UnifiL: “Attenzione ai giudizi liquidatori: era una missione di pace, non di guerra. Ha funzionato per la pace, non per la guerra. Il problema è che manca la politica”.

Molto simile la linea di Avs, secondo le parole di Nicola Fratoianni: “Bene la condanna del governo sui missili dell’Iran. Ma aspetto la condanna degli attentati del governo di Israele, quelli dei walkie talkie, sono atti di terrorismo, e delle operazioni militari a tappeto su Beirut, delle invasioni e di quello che continua ad accadere a Gaza”. Per il leader di SI, “non possiamo più cavarcela con appelli alla moderazione su quello che Netanyahu sta mettendo in atto da un anno. La differenza di pesi e misure è impressionante”.

(Adnkronos) – Il partito con una linea più netta sul Medio Oriente è, probabilmente, il Movimento 5 stelle. In Commissione, il senatore Bruno Marton è stato esplicito: “Senza una fortissima pressione sul governo israeliano la situazione peggiorerà. Fino a quando il governo italiano continuerà a fornire supporto con la vendita di armi a Israele? Bisogna fermare Israele in questo momento, è il momento di fare qualcosa di concreto”.

Ma il leader Giuseppe Conte non è stato meno esplicito: “Per la Russia e per l’Ucraina la linea è chiara, ci siamo messi sotto il cappello Nato e adeguati all’escalation militare. Una linea che noi riteniamo completamente sbagliata. In Medio oriente vorremmo una posizione chiara: condannare i terroristi, Hamas, Hezbollah, i missili dell’Iran, ma altrettanta chiarezza nei confronti di Israele. Ho sentito dire che il 7 ottobre è un tentativo di Olocausto, e quello che è successo per 12 mesi a Gaza cos’è?”. “

Anche nei partiti di centro i dubbi sull’azione di Netanyahu non mancano. “Sostegno a Israele perché è un Paese aggredito, ma dobbiamo essere attenti a non confondere la nostra posizione con un atteggiamento che consente al governo israeliano di non darsi dei limiti nella sua azione. Le vittime civili sono inaccettabili”, ha detto Ettore Rosato (Az). Enrico Borghi (Iv) ha parlato della necessità di “obbligare a un tavolo negoziale Israele e Iran” e sottolineato: “Il ritiro dell’Italia da UnifiL verrebbe letto come una sconfitta. Per noi e per la credibilità dell’Onu”. E Benedetto Della Vedova (+Eu) ha spiegato: “In Libano oggi non c’è una invasione ma delle incursioni. Ma credo ci si debba preparare anche agli scenari non migliori di un confronto con una escalation tra Israele e Iran”.

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