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Mo: Sa’ar, ‘un Paese genocida non farebbe arrivare a Gaza aiuti come facciamo noi’

3 Agosto 2025

Tel Aviv, 3 ago. (Adnkronos) – “Un Paese che commette ‘genocidio’ non permetterebbe che arrivino a Gaza i numeri straordinari di aiuti che stiamo facendo passare noi. Aiuti che non consistono solo in cibo e acqua, ma anche in attrezzature mediche, sin dall’inizio della guerra. Stiamo garantendo pause umanitarie, per permettere a tutti i camion di arrivare in sicurezza alla popolazione nella Striscia di Gaza. Abbiamo introdotto la strategia dei lanci aerei, fatti anche da noi”. Lo ha detto a Libero il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar, spiegando che “chi vuole commettere un genocidio non prende iniziative di questo tipo. Dire che stiamo commettendo un genocidio è completamente falso, è pura propaganda antisemita”.

“Ad oggi – prosegue Sa’ar – circa 145 Paesi riconoscono lo Stato palestinese. Ma è un riconoscimento del tutto irrazionale, innanzitutto perché non esiste un reale Stato palestinese. In secondo luogo perché, se uno Stato palestinese oggi esistesse, sarebbe sicuramente uno Stato di Hamas. Sarebbe lo Stato più radicalizzato del pianeta, situato a pochi chilometri da tutti i nostri centri abitati. Renderebbe la regione ancora più instabile e sarebbe un enorme vantaggio per l’Iran, perché gli consentirebbe di avere, tramite Hamas nella striscia di Gaza, nuovi confini con Israele,come li ha già tramite Hezbollah. E questo senza che Israele abbia confini con l’Iran. Non ci sarebbe davvero alcuna razionalità in una scelta del genere”.

Sulle parole del segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, che ha detto che il riconoscimento della Palestina è ‘la soluzione’, il ministro commenta: “Certo che siamo delusi. Siamo delusi da qualsiasi Stato o entità che riconosca unilateralmente uno Stato palestinese, perché questo serve solo ad allontanarci dalla pace e dalla sicurezza. Negli anni Novanta concordammo di risolvere questo conflitto in un contesto bilaterale. Dichiarazioni internazionali unilaterali come questa non avvicinano la soluzione, la allontanano e basta. In questo modo, i palestinesi ottengono riconoscimenti internazionali senza pagare il necessario prezzo politico del compromesso, che è la strada per raggiungere soluzioni pacifiche”.

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