**Open Arms: memoria Pm, ‘inerzia ministeriale, nave non era luogo sicuro temporaneo’**
Palermo, 16 set. (Adnkronos) – Per i magistrati del processo Open Arms nell’agosto del 2019 si è registrato il “protrarsi dell’inerzia ministeriale” da parte del vicepremier Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Non solo. Per i m Marzia Sabella, Giorgia Righi e Calogero Ferrara, come scrivono nella memoria depositata in cancelleria dopo la richiesta a sei anni di carcere “la nave della Open Arms non poteva essere considerata un luogo sicuro temporaneo, non sussistendo più le minime condizioni di sicurezza: sia perché il natante era del tutto inadeguato ad ospitare quel numero di persone, sia perché l’equipaggio e i passeggeri, dopo oltre due settimane in mare erano allo stremo, sia perché le mutevoli condizioni meteorologiche avevano dimostrato che quell’imbarcazione riusciva a stento ad affrontare ulteriori difficoltà, sia perché quelle persone vivevano a bordo in condizioni disumane”.
“Diversi testimoni, infatti, specie quelli saliti a bordo della Open Arms a vario titolo, hanno consegnato al Tribunale un quadro particolarmente desolante e allarmante. Analogamente, altri testi con specifiche competenze sulla sicurezza marittima hanno escluso che quel natante potesse essere tecnicamente definito POS temporaneo, confermando così, quantomeno implicitamente, che sussisteva la necessità di procedere allo sbarco nel più breve tempo possibile”, dicono i pm nella memoria depositata in cancelleria.
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