Palermo: arcivescovo Monreale, ‘c’è contagio violenza, serve radicale inversione di marcia’
Monreale, 2 mag. (Adnkronos) – “Pare che nessun luogo o comunità possa essere immune da un tale contagio di violenza! Dobbiamo compiere una decisa e radicale inversione di marcia. Ma da dove partire? Il Vangelo che è stato proclamato, ci ha riportati ai piedi del Santissimo Crocifisso al quale, da 400 anni, Monreale con fede chiede grazia”. Sono le parole dell’arcivescovo di Monreale (Palermo), Gualtiero Isacchi, ai funerali dei tre giovani uccisi sabato notte a Monreale (Palermo). “Noi sappiamo che la croce è salvezza, che il sacrificio di Cristo ci ha donato la vittoria sulla morte, sappiamo che stiamo celebrando la vita, ma ne avvertiamo, della croce, anche lo scandalo- dice – Le morti di Andrea, Salvatore e Massimo ci interrogano: perché tanta ingiustizia? Perché tanta violenza? In questa celebrazione ripetiamo la richiesta che martedì sera è risuonata più volte per le strade di Monreale: giustizia! Ma qui, di fronte a Dio, non ci accontentiamo della giustizia umana che “è la ferma e costante volontà di dare a ciascuno ciò che gli spetta di diritto”, noi cristiani chiediamo di più, chiediamo la giustizia di Dio che implica anche un nostro agire in conformità con la volontà di Dio, che è volontà di salvezza e di vita per tutti”.
“Carissimi fratelli e sorelle, carissimi giovani, per noi cristiani domandare giustizia significa chiedere salvezza e vita per tutti, ma anche scegliere di essere noi stessi giusti, cioè “promotori della giustizia divina” mostrando al mondo la vita buona del Vangelo che si oppone alla peste dell’ingiustizia che mostra violenza, degrado e solitudine”, aggiunge l’arcivesovo Isacchi.
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