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**Papa: ex sindaca Lampedusa, ‘dirompente il suo discorso sull’isola, oggi siamo più soli’**

21 Aprile 2025

Palermo, 21 apr. (Adnkronos) – “Da oggi siamo tutti più soli. E non è solo un modo di dire. Ricordo con grande affetto il su discorso dirompente a Lampedusa. Quando parlò della ‘anestesia del cuore’. La morte di Papa Francesco lascia un vuoto nel cuore di tutti noi”. Giusi Nicolini era la sindaca di Lampedusa che l’8 luglio del 2013 accolse Papa Francesco sull’isola. “La sua visita non fu solo un regalo a Lampedusa – dice Nicolini in una intervista all’Adnkronos – Pronunciò una delle omelie più belle, ma anche più dure. Un atto di accusa contro l’indifferenza. E poi il suo modo di essere non solo parola ma anche gesto concreto”, ha detto Nicolini. “Per me fu un grandissimo onore averlo ricevuto – dice ancora – Questa mattina la prima sensazione che ho avuto è stato un forte senso di solitudine”. ma cosa disse nel 2013 Papa Francesco a Lampedusa? “Signore chiediamo perdono per l’indifferenza verso tanti fratelli e sorelle, ti chiediamo, Padre, perdono per chi si è accomodato, si è chiuso nel proprio benessere che porta all’anestesia del cuore, ti chiediamo perdono per coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a questi drammi. Perdono Signore!”.

“Papa Francesco non ha mai dimenticato Lampedusa – dice – non ha mai dimenticato i migranti. Neppure me. Mi arrivavano continuamente dei saluti, ad esempio dal cardinale Montenegro. Poi ci siamo visti altre volte in questi anni”, dice Nicolini che ricorda ancora “con affetto la visita del Papa” sull’isola. “Dopo Lampedusa andò anche a Lesbo – dice – Ricordo ancora che io lo spetti solo pochi giorni prima. Perché lui cambiò programma all’ultimo istante. E a noi fu detto solo 7 giorni prima. Gli dissero che non ci fosse il tempo di organizzare, invece lui riuscì perfettamente di organizzare. E’ stato un regalo bellissimo. Che non dimenticherò mai, questa mattina ci siamo svegliati tutti più soli”.

“Quando lo vidi scendere dall’aereo pensavo a un sogno, e solo lì mi resi conto che era tutto vero. Quando lo vidi con la sua valigetta in mano, il suo abito bianco, le sue scarpe di tela. Era una persona semplice, gentile. Metteva tutti a proprio agio. Il suo mettersi alla sua altezza, era come incontrare un fratello”.

“Insomma, oggi perdiamo una persona straordinaria, mancherà a tutti. Il suo pontificato è stato dedicato agli ultimi, ai migranti, agli oppressi dalle guerre, le persecuzioni. oggi se ci si guarda intorno, in questo mondo di pazzi, la sua assenza peserà forse più della sua presenza. La sua voce deve restare viva. Il suo esempio va seguito. Oggi la sensazione è quella di vuoto. Non doveva andarsene proprio adesso…”. (di Elvira Terranova)

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