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**Pd: Festa Unità spegne candeline, 80 anni di comizi, concerti e grigliate nella storia d’Italia**

10 Luglio 2025

Roma, 10 lug (Adnkronos) – “Adesso, andiamo a lavorare”. Chi c’era, se lo ricorda bene. Chi non c’era, ha visto di sicuro la foto. Quella di Enrico Berlinguer, di spalle, che parla davanti a una folla sconfinata. Un milione di persone sono davanti al leader Pci alla Mostra d’oltremare di Napoli il 19 settembre del 1976, per la chiusura della Festa dell’Unità. “Adesso, andiamo a lavorare” è la frase con cui Berlinguer chiude quello storico comizio. Secondo le cronache il più seguito di sempre. Di certo una delle pagine più significative dell’album della Festa dell’Unità, che quest’anno celebra gli 80 anni.

Una ricorrenza ‘pesante’, alla quale l’evento del Pd (già del Pci, Pds, Ds) arriva con grande entusiasmo. “Stiamo procedendo molto bene, a pieno regime -spiega il responsabile Organizzazione del Pd Igor Taruffi- Le Feste sono 450, sparse in tutta Italia. Iniziamo a maggio e finiamo a ottobre. Quest’anno siamo andati anche alla scoperta di luoghi nuovi, magari non toccati in passato”. Esempi? Sant’Ilario d’Enza. Per chi non lo conosce, fino al 20 luglio ospita la Festa regionale dell’Emilia Romagna, non proprio un evento secondario per l’universo dem. Ovviamente tra gli ospiti c’è la segretaria Elly Schlein, che presenzia in molti altri appuntamenti in giro per l’Italia.

La ‘prima volta’ della Festa risale al settembre 1945. L’idea viene a Stefano Schiapparelli, amministratore de ‘l’Unità’, partigiano e esule in Francia, che prende spunto dai compagni francesi e dalle loro Fêtes de l’Humanité, già un successo. Così, per raccogliere fondi per il giornale, Schiapparelli lancia la ‘Scampagnata de l’Unità’ domenica 2 settembre 1945, a Mariano Comense. Il programma promette “musiche, cori, danze, alberi della cuccagna, corse nei sacchi e una ricchissima tombola all’americana”. Una formula che diventa subito un successo.

(Adnkronos) – Ovviamente, il tutto a incorniciare un evento politico. Nel ’48 Palmiro Togliatti sceglie la Festa di Roma per tornare a farsi vedere in pubblico dopo l’attentanto, il Foro Italico trattiene a stento la folla accorsa. Il Migliore, nel ’51 a Bologna, parla per due ore. Il contorno, con il ‘format’ ideato da Schiapparelli, resta però sempre quello popolare.

Si legge su l’Unità dei tempi di “corsa dei sacchi, tiro al gallo, gara di braccio di ferro, tiro alla fune, palo della cuccagna, corse campestri, corse di 100 metri, gara di briscola, gara di bocce, gara del peso del prosciutto, gara del peso del maialino, lotterie e tante altre iniziative”. Di tutto e di più, insomma. In più, negli anni, si aggiunge la musica. E che musica. I fan delle Feste (ma non solo quelli) indicano un anno su tutti: 1984, con i Clash suonano alle Feste di Roma e di Reggio Emilia il 7 e l’8 settembre.

Sono due esibizioni entrate nella storia della musica. Soprattutto quella nella Capitale, Joe Strummer e soci suonano nell’allora Velodromo dell’Eur, una struttura costruita per le Olimpiadi del ’60 e abbandonata. Viene ripulita e bonificata per l’occasione dei volontari della Festa. Biglietti a prezzo politico (10mila lire), ventimila i presenti. Un record. I Clash salgono sul palco a iniziano con ‘London Calling’, un inno. Alla fine improvvisano una conferenza stampa, dove distribuiscono vino ai giornalisti. La cronaca de l’Unità racconta di Strummer, in piedi su un tavolo, che sollecita i presenti: “Perché voi intellettuali, che avete studiato nelle università, non vi muovete? Noi lottiamo cantando in mille concerti, tirate fuori la voglia di combattere”.

(Adnkronos) – Ma la Festa è anche grigliate, salsicce e tortellini. Nell’88 a Firenze le padelle sono così tante che per non perderle vengono marchiate con il simbolo Pci. I posti a sedere 600, un numero impressionante. La Festa, nell’immaginario collettivo, è così presente da far passare alla storia cose mai successe. Un esempio? Enrico Berlinguer preso in braccio da Roberto Benigni. E’ successo alla Festa nazionale di Reggio Emilia dell’83, è ancora oggi la risposta più gettonata. Falso, perché l’episodio risale a tre mesi prima a un evento della Fgci al Pincio, a Roma. C’è Walter Veltroni, allora capo della Fgci, seduto in prima fila in tutte le foto dell’epoca.

Nei suoi 80 anni la Festa dell’Unità ha resistito anche a un prepensionamento un po’ troppo affrettato. Per qualche anno il ‘brand’, incredibilmente, viene messo in soffitta. All’alba della stagione del Pd si preferisce celebrare la ‘Festa democratica’. E così a Bologna del 2007 si tiene l’ultima festa dell’Unità. Una scelta mai compresa fino in fondo dalla base, specialmente in provincia, tanto che su Fb spunta il gruppo ‘Aridatece le feste dell’Unità’. Qualche anno dopo, nel 2014, è il neo segretario del Pd Matteo Renzi ad annunciare all’Assemblea del partito: “Le nostre feste torneranno a chiamarsi Feste dell’Unità”. Un applauso lunghissimo, forse il più lungo mai avuto da Renzi in Assemblea, saluta le parole del segretario.

Le 80 primavere della Festa non passeranno inosservate. I vertici dem hanno ben presente la scadenza e aspettano l’evento clou della stagione, l’appuntamento Nazionale, per celebrare la ricorrenza come si deve. “Faremo qualcosa, certamente. Saremo anche a ridosso del voto in alcune regioni”, spiega ancora Taruffi. I lavori per la Festa nazionale, in calendario a inizio settembre, sono in corso. Sulla location ancora nulla di definitivo, anche se in chiave elettorale erano circolata le ipotesi di Firenze, piuttosto che di Napoli o Bologna. Al Nazareno, però, non confermano e assicurano: “Ci stiamo lavorando, per bene”.

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