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**Pd: forfait ‘zoccolo duro’ riformisti a riunione minoranza, serve dialettica con Schlein**

19 Settembre 2025

Roma, 19 set. (Adnkronos) – “Si è sentita la voce dei riformisti in questi 3 anni? No. Bonaccini ha fatto il leader della minoranza? No. Quindi nessuno strappo, nessuna scissione -sarebbe ridicola- ma una presa d’atto”. Un esponente della minoranza che domani non parteciperà alla riunione, on line, di Energia Popolare riassume così lo stato dell’arte all’interno dell’area. Una dinamica in atto da mesi tra ‘dialoganti’ e ‘zoccolo duro’ che chiede una postura più incisiva nei confronti della segretaria Elly Schlein sulla linea. Una dinamica che spesso si è concretizzata nei voti d’aula, specie sulla politica estera. A Roma come a Strasburgo. L’ultimo caso un paio di giorni fa quando Lorenzo Guerini, Marianna Madia e Lia Quartapelle hanno votato contro la mozione dei 5 Stelle su Gaza mentre l’indicazione del gruppo dem era per l’astensione.

Ad accendere i riflettori sulla faccenda, la convocazione della Direzione Pd martedì prossimo. La prima dopo 7 mesi, a ridosso della tornata elettorale delle regionali. Una riunione per forza di cose tutta dedicata al voto. “Una Direzione elettorale”, c’è chi sintetizza. Di conseguenza senza possibilità di approfondire il confronto. Lo ‘zoccolo duro’ dell’area riformista aveva chiesto con forza una discussione nel partito dopo il flop dei referendum. La richiesta era stata avanzata nell’ultima riunione di Energia Popolare.

“Una serie di interventi avevano chiesto la convocazione di una Direzione. Era giugno. Non se ne è fatto nulla ed ora ci si vede in piena campagna elettorale… Direzione inutile e dunque lo è ancora di più la riunione di Energia Popolare”. Di qui la decisione di non partecipare da parte di diversi esponenti dell’area da Guerini a Pina Picierno a Filippo Sensi, tra gli altri. “Stiamo cercando di tenere tutti insieme ma non so fino a quando ci riusciremo”, spiega un dirigente dell’area ‘dialogante’ che rivendica come la minoranza abbia avuto invece un ‘peso’ in questi mesi.

“Al di là dei candidati presidente, le liste -continua il dirigente off the record- sono piene di esponenti riformisti. Sulla linea politica magari si poteva fare di più. E’ vero che Schlein ha spostato più a sinistra il Pd ma ha anche vinto il congresso. E comunque mi permetto di ricordare a tutti che Schlein si è presa i fischi alla festa del Fatto perché sull’Ucraina ha tenuto una linea che è pienamente anche nostra”.

Un bilancio che lo ‘zoccolo duro’ dem non vede affatto così in positivo. Né sulla linea politica, né sulla guida della minoranza. “Bonaccini non è mai stato leader della minoranza, ma il presidente del partito. Ora siamo tutti impegnati nelle regionali e lavoriamo tutti per vincere ma il nostro punto di vista sulla politica estera come sull’economia può e deve essere un valore aggiunto per il Pd”. Insomma, dopo le regionali si fa sul serio, il messaggio che arriva dallo ‘zoccolo duro’. Senza nessuna tentazione di migrare altrove. “Attorno a noi si muovono cose. C’è la casa riformista, la tenda. Poi c’è Franceschini per cui nel Pd ci sono troppi galli a cantare… Ma noi siamo e restiamo nel Pd. Su questo non ci piove”.

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