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Politica: ecco ‘l’onorevole stress’, da sindrome burnout a chi si sente ‘immune’ da panico Aula/Adnkronos

7 Novembre 2024

Roma, 7 nov. (Adnkronos) – Mani sudate, sudori freddi, bocca secca, giramenti di testa, gambe molli. Alzi la mano il deputato o senatore che non ha mai provato una di queste spiacevoli sensazioni prima di una votazione decisiva, una diretta tv o un intervento in Aula. Anche se non figura nei manuali clinici, molti parlamentari soffrono di stress politico. La cosiddetta adrenalina da emiciclo che quando meno te l’aspetti si trasforma in ansia o in veri e propri attacchi di panico, prima o poi, colpisce tutti. O quasi. Secondo le ‘testimonianze’ raccolte dall’Adnkronos in occasione della ‘Giornata mondiale della consapevolezza dello stress’, c’è chi, infatti, confessa di avere la sindrome da burnout perché si sente ”limitata” sui banchi dell’opposizione, come la pentastellata Ida Carmina, in questi giorni alla prese con le tensioni da finanziaria; chi ha deciso di rallentare un po’ senza però venir meno ai propri doveri di ‘onorevole’, dopo aver vissuto sulla sua pelle gli effetti di una super pressione da lavoro ed è finito in ospedale in coma, come il responsabile cultura di Fdi, Federico Mollicone, e chi, invece, assicura di sentirsi affaticato nei momenti clou della ‘battaglia parlamentare’ ma mai stressato, come il leader dei Verdi Angelo Bonelli (”Se uno lo fosse, svolgendo una funzione delicata, non sarebbe al posto giusto”) e il critico d’arte Vittorio Sgarbi, famoso per i suoi ‘sfoghi’ televisivi e non: ”Solo chi ‘sta fuori gioco’, ovvero non sa distinguersi con una posizione ben riconoscibile si fa prendere dall’ansia da prestazione…”.

C’è chi invita a non esagerare perché esistono lavori molto più usuranti, come il dem Federico Fornaro: ”Lo stress appartiene alla vita quotidiana di tutti, dopodiché in miniera ci si stressa sicuramente di più…”. E c’è poi chi la prende con ironia. E’ il caso di Giorgia Meloni che è solita scherzare sulle fatiche che la guida di Palazzo Chigi comporta, in barba a uno dei più celebri aforismi di Giulio Andreotti, ‘Il potere logora chi non ce l’ha’. Solo mercoledì scorso, ricevendo il neo segretario generale della Nato Mark Rutte, la premier ha risposto al suo ”come va?”, con un “sono ancora viva…”. A Bastia Umbria, dove a marzo scorso era arrivata per la firma dell’accordo per lo sviluppo e la coesione con la Regione Umbria, la presidente di Fratelli d’Italia si era soffermata sul lavoro portato avanti dal governo “in questi 14, 15 mesi… quanti sono? Non lo ricordo”.

“Non ricordo più da quanto tempo quanti sono a Palazzo Chigi, a me sembrano 15 anni, ma questa è un’altra storia..”, aveva scherzato raccogliendo l’applauso dei presenti. E dal palco di Atreju, per la tradizionale kermesse di Fdi, aveva ironizzato in romanesco con chi la incitava a governare per altri 20 anni: “raga dai, su, non scherzamo…”. Ed è forse anche per via dello stress accumulato in questi due anni che la premier ha dovuto fare i conti con diversi acciacchi, dall’influenza -l’ultima l’ha colpita proprio in questi giorni – a frequenti abbassamenti di voce fino agli otoliti, che l’hanno inchiodata al letto durante le festività natalizie. Dei contraccolpi dello stress sulla salute ne sa qualcosa anche Guido Crosetto, il ministro della Difesa finito in ospedale due volte nell’arco di una manciata di mesi per problemi al cuore.

Altro parlamentare pronto a fare autoironia è un ‘decano’ del Parlamento, l’attuale capogruppo di Fi al Senato, Maurizio Gasparri: ”Sono stressato, ma io stresso lo stress… Difatti lo stress -sorride- ha indetto la ‘Giornata nazionale di Gasparri’, perché lo stress è stressato da me…”. Anche Matteo Mauri, deputato Pd ed ex viceministro dell’Interno nel secondo governo Conte, la butta sullo scherzo: ”Io stressato? No, lo sono, o forse sono sempre sotto stress e quindi non so cosa sia…”. Il senatore dem e portavoce a Palazzo Chigi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, Filippo Sensi, non ha dubbi: ”Lo stress in politica e molto presente, nell’attività parlamentare e non solo”. Ci sono “vari tipi di stress nella politica: c’è uno stress da responsabilità di lavoro, uno da burocrazia, ma c’è anche quello legato al sentirsi spesso di non contare nulla e di non fare la differenza nel lavoro quotidiano”. C’è poi, spiega Sensi, ”uno stress, una pressione, di competenza, di affrontare i temi in una maniera che sia sensata. Quindi, purtroppo, è una dimensione molto presente nella vita politica a tutti i livelli, dal Parlamento fino a i consiglieri municipali”.

Altro esponente dem, il presidente della Giunta delle elezioni alla Camera Fornaro, racconta le sue personale tensioni dipese per lo più dal continuo spostarsi, in stile globetrotter: ”Lo stress per un parlamentare sono i viaggi, soprattutto se abiti lontano, significa investire molte ore della settimana, sacrificando la famiglia”.

Mollicone, presidente della Commissione cultura della Camera, ricorda la sua brutta esperienza di over stress, la sera del 18 gennaio 2022, quando collassò dopo il suo intervento in Aula e lo portarono in codice rosso al Gemelli dove arrivò in pre coma: ”Passai direttamente dall’Aula al Policlinico Gemelli per una sindrome vagale, che probabilmente aveva tra le sue cause lo stress. Stare in Parlamento non è certo lavorare in miniera ma è dimostrato che comunque se vuoi onorare il tuo ruolo -e non tutti lo fanno- lavorare ai nostri ritmi ogni giorno, sia dentro che fuori l’Aula, è certamente stressante. All’attività parlamentare si aggiunge quella istituzionale, di relazione e nel collegio dove sei stato eletto. Io personalmente lavoro spesso 13-14 ore al giorno”.

Paolo Zangrillo, parlamentare azzurro e ministro della Funzione pubblica, già manager nel privato, confida la sua ansia da performance: ”Provenendo dal privato, lo stress che vivo io è l’eccessiva dilatazione dei tempi tra l’assumere una decisione e poterne riscontrare il risultato”. Avvicinato in un Transatlantico semideserto, Ettore Rosato, vicesegretario di Azione e capogruppo in commissione Esteri alla Camera, scherza: ”Guardando oggi il Transatlantico non noto troppo stress, in generale la rilevanza del Parlamento nei processi decisionali è pari allo stress che si registra: venti anni fa c’era molto stress, oggi non c’è più stress…”. La cinquestelle Carmina ammette di “avere talvolta i sintomi della sindrome da burnout. Stando all’opposizione è chiaro che ci si possa sentire frustrati quando hai tante idee e vorresti cambiare il mondo ma ti senti limitato, quasi con le mani legate. E’ come capita in famiglia: vedi che i figli vanno nella direzione sbagliata, vorresti impedire loro di andare a sbattere contro il muro, ma non puoi farci nulla. Certi giorni si prova la stessa sensazione in Aula, ti sembra di andare in burnout. Noi siamo qui per fare il bene dell’Italia non di una parte, ma ti senti frenato”.

Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Fi, considera l’ansia come un ‘rischio del mestiere’: ”Tutti i giorni siamo sotto pressione perché la vita del parlamentare è fatta così. Innanzitutto bisogna distinguere la stress da fatica fisica, che non è il caso nostro, dallo stress psicologico ed emotivo, tipico del tran tran parlamentare. Chi fa politica inevitabilmente è sotto stress, che dipende soprattutto dall’adrenalina di una elezione importante (locale o nazionale che sia), di un voto decisivo, di una diretta tv…”.

Sgarbi rivela la sua ‘ricetta’ anti stress: ” Mi è capitato solo qualche volta di essere un po’ sotto pressione ma l’eccitazione del momento, il divertimento, la vis polemica ti fa passare tutto via”. Pure giura di essere immune dal panico d’Aula: ”C’è un grande carico di lavoro, spesso sono affaticato, ma lo stress significa non essere lucido, non prendere decisioni giuste, e questo sarebbe un problema”. “Se qualcuno fosse stressato, gli consiglierei di prendersi un periodo di pausa per risolvere”, suggerisce il leader dei Verdi che manifesta preoccupazione per chi vive fuori dal palazzo, sempre più stressato, dalle mille difficoltà quotidiane: ”Quello che vedo oggi, essendo un frequentatore assiduo di mezzi pubblici, sono persone che hanno problemi seri. Lo vedo anche tra i giovani, parlavo con uno psicologo e mi ha detto che c’è un forte uso di psicofarmaci tra i giovani legati alla competizione, allo stress, alle aspettative sociali. Dobbiamo lavorare per rendere un po’ più umana la società”, avverte Bonelli, seduto sul divanetto del Transatlantico della Camera, convinto che ‘l’onorevole stress’ non è certo una malattia di cui preoccuparsi.

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