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Qatargate: Eva Kaili sentita come teste da pm Milano, ‘in Italia mi sento a casa’

3 Ottobre 2025

Milano, 3 ott. (Adnkronos) – “Sono molto orgogliosa di essere in Italia, qui mi sento a casa. Del passato mi tengo le cose buone che sono successe e ringrazio di aver incontrato l’avvocato Aiello”. Sono le poche parole pronunciate da Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento Europeo, sentita in Procura a Milano come testimone insieme al marito Francesco Giorgi, ex assistente parlamentare, entrambi protagonisti dell’inchiesta belga ribattezzata Qatargate. La coppia, accompagnata dal legale Domenico Aiello, è stata sentita per oltre tre ore dal procuratore capo Marcello Viola e dall’aggiunto Eugenio Fusco sulla denuncia per calunnia presentata, un paio di mesi, nei confronti dell’ex europarlamentare Antonio Panzeri.

Arrestati in Belgio il 9 dicembre 2022, per tutti l’accusa sostenuta dall’allora giudice istruttore Michel Claise, era di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio: alcuni Paesi del Golfo (Qatar e Marocco, ndr) avrebbero pagato ingenti somme di denaro e offerto regali per influenzare i processi decisionali delle istituzioni Ue. Eva Kaili, nonostante i sei mesi di detenzione tra carcere e domiciliari, si è sempre detta innocente – l’ultima volta solo una settimana fa durante la presentazione del libro ‘Il peccato di Eva’ scritto da Lodovica Bulian e Giuseppe Guastella -, mentre Panzeri ha patteggiato un anno di reclusione dopo aver confessato. Dichiarazioni in cui avrebbe tirato in ballo la coppia che ora, davanti ai magistrati milanesi chiede che venga aperto un fascicolo per calunnia.

Per i coniugi la competenza dell’eventuale reato si radica a Milano – nonostante l’eventuale reato sia stato commesso all’estero – perché è in quest’area che hanno la residenza sia Francesco Giorgi che Antonio Panseri. Una questione che dovrà essere sciolta dalla Procura di Milano che, al momento, procede con un modello 45 che contiene gli atti privi di rilevanza penale. Dopo gli arresti l’indagine belga non ha fatto grandi passi avanti – Claise dopo la pensione si è dato alla politica -, mentre a Milano resta aperto un fascicolo che riguarda l’attività della società Equality che ha ricevuto fondi provenienti dal Qatar attraverso la Gran Bretagna, ma nella quale né Eva Kaili, né il milanese Francesco Giorgi sono indagati.

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