**Rai: Urso, ‘sia prima industria culturale Paese, digital company ‘intercetti’ giovani’**
Roma, 7 nov. (Adnkronos) – “Il nuovo contratto di servizio tra il ministero delle Imprese e del Made in Italy e la concessionaria pubblica è occasione centrale per affermare una idea di Rai che sia industria culturale e creativa al servizio della crescita tanto del made in Italy quanto e ancor più del capitale immateriale che è identità del nostro Paese”. Così il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso che, intervenendo a Palazzo Giustiniani al convegno ‘Le sfide del servizio pubblico’, ha aggiunto: “Penso che sia nostro dovere costruire insieme la prima industria culturale del paese. Il ministero in questa azione sarà sempre al vostro fianco”.
“In particolare – precisa il Ministro – rispetto al precedente contratto di servizio si sono affermate con maggiore forza le piattaforme ampliando significativamente la platea dei potenziali destinatari, determinando il diffondersi nel nostro territorio di infrastrutture di rete di nuova generazione la cui realizzazione vede il nostro ministero in prima linea e che hanno reso possibile l’accessibilità diffusa a servizi digitali di nuova generazione e parimenti un riordino del sistema frequenziale televisivo nazionale con la liberazione della banda 700”. Innovazioni di processo che “hanno prodotto importanti ricadute: il contrasto alla pirateria, alla disinformazione e al cyberbullismo…”.
Urso afferma che “in primis noi vogliamo che la Rai diventi una digital media company”, “un cambiamento che richiede una strategia di digitalizzazione….ma anche un impegno strutturato di innovazione”. “Se vogliamo davvero che in futuro ci sia più Rai il nuovo contratto di servizio deve porre grande attenzione alle nuove generazioni, ai minori e ai giovani. La Rai deve coinvolgere questa fascia di pubblico, intercettando gusti e sensibilità dei giovani e degli under 35”. La concessionaria, secondo Urso, deve preservare il made in Italy ma anche “in un impegno trasversale mirato, restituire una rappresentazione del nostro paese in grado di superare certi stereotipi…”.
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