**Referendum: dal ’48 la quinta volta del sì o no sulla Costituzione, in parità il ‘bilancio’**
Roma, 31 ott (Adnkronos) – Quello sulla riforma della giustizia che introduce la separazione delle carriere e lo ‘sdoppiamento’ del Csm sarà il quinto referendum costituzionale tenuto in Italia dal 1948 a oggi. Si tratterà, come prevede l’articolo 138 della Costituzione, di una consultazione di tipo confermativo senza la richiesta del quorum (50%+1 degli aventi diritto al voto) per la sua validità.
In precedenza gli italiani sono stati chiamati alle urne per questo tipo di referendum in altri quattro casi. La prima volta della storia Repubblicana risale al 7 ottobre del 2001, quando al giudizio degli italiani arriva la riforma del Titolo V della Costituzione approvata in Parlamento ai tempi del governo Amato. Vince il sì con il 64,2% e oltre 10mln di voti, mentre al no va il 35,79% pari a circa 5,8mln di voti. Del 34,5% la percentuale di votanti.
Per il bis ci vuole il 2006, 25 e 26 giugno, e questa volta bisogna rispondere sì o no sulla modifica della seconda parte della Costituzione varata dal governo di Silvio Berlusconi. Il referendum boccia la riforma, con il no vittorioso con il 61,29% (15,7mln di voti) contro il 38,71 dei sì, pari a 9,9mln di voti. In quella occasione, pur se non richiesto, la consultazione supera il quorum con il 52,46% dei votanti.
Il tris dei referendum costituzionali risale al 2016, sulla riforma del governo Pd firmata Renzi-Boschi che, tra le altre cose, punta a superare il bicameralismo paritario. Anche in questo caso arriva lo stop alle modifiche alla Costituzione: vince nettamente il no con il 59% e 19,4mln di voti contro il 40,8% e 13,4mln per il sì. La consultazione del 4 dicembre si segnala per il record di affluenza fatto segnare dai quesiti costituzionali: 65,48% votanti. E anche per le conseguente politiche più dirompenti. Renzi, che sul tavolo del referendum aveva puntato la sua stessa permanenza al governo, dopo la sconfitta mantiene la promessa e lascia palazzo Chigi.
L’ultimo voto confermativo su una modifica costituzionale gli italiani lo danno nel 2020, 20 e 21 settembre, sulla legge riduce il numero dei parlamentari approvata con il governo Conte. Vince il sì con il 69,9% dei consensi e 17,9mln di voti contro il 30% e i 7,6mln di voti dei no. Del 51,12% la percentuale dei votanti.
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