Salute, Padovani (Sin): “Longevità aumenta rischio Alzheimer, agire su prevenzione”
Roma, 28 ott. (Adnkronos Salute) – “La malattia di Alzheimer è una delle grandi sfide dell’umanità. Abbiamo guadagnato anni di vita, siamo popoli longevi, soprattutto in Italia, ma purtroppo paghiamo la longevità con un aumentato rischio di malattie legate all’età. Dobbiamo fare tanto in termini preventivi: ancora non è diffusa l’attenzione a tutti i fattori di rischio, dobbiamo inoltre costruire delle comunità e degli ambienti più favorevoli a una salute più puntuale”. Così Alessandro Padovani, past president Sin – Società italiana di neurologia e direttore della Clinica di neurologia all’università degli studi di Brescia, al Congresso nazionale Sin 2025, intervenendo sulle malattie neurodegenerativa.
“E’ necessario che le persone sappiano che devono fare i controlli – chiarisce l’epserto – che il sale va eliminato, che smettano di fumare le sigarette, anche le elettroniche, così come l’alcol, soprattutto se assunto in quantità smodate. L’igiene orale è altrettanto importante, così come proteggersi dalle infezioni. Inoltre le vaccinazioni riducono il rischio della malattia di Alzheimer, oltre che di altre malattie degenerative. Sul piano degli stili di vita e sul controllo dei fattori di rischio c’è ancora molto da fare”, rimarca.
“Non abbiamo ancora compreso perché alcune persone si ammalano – sottolinea Padovani – forse ci sono delle predisposizioni, però oggi abbiamo delle speranze di poter curare molti malati con farmaci diversi. E’ un momento di grande fermento: abbiamo farmaci contro l’amiloide; contro la proteina Tau; farmaci che migliorano la resistenza dei neuroni; antinfiammatori; farmaci che agiscono contro il diabete, ma anche contro la malattia di Alzheimer – elenca il neurologo – Così come l’oncologia ha sviluppato una medicina di precisione personalizzata combinando farmaci diversi – suggerisce – anche la malattia di Alzheimer probabilmente dovrà avviarsi verso questo cammino e avere farmaci diversi, in stadi diversi e in pazienti diversi. È una nuova farmacologia, però non dimentichiamo la prevenzione – conclude – Facciamo tanto esercizio e controlliamo quello che mangiamo”..
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