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Sanità, Altini (Usl Modena): “Nuovo sistema garanzia dei Lea strumento fondamentale”

19 Giugno 2025

Roma, 19 giu. (Adnkronos Salute) – “Oggi ci siamo visti per mettere a tema il nuovo sistema di garanzia dei Lea, quindi quegli indicatori che oggi sono forniti alle aziende, alle regioni e che identificano anche una performance, una risposta quindi complessiva alla capacità di rendere esigibile ai cittadini la risposta ai bisogni come definito della legge 833/78” che ha istituito il Ssn. “Questo è uno strumento fondamentale, nel senso che si governa ciò che si misura e quindi è necessario misurare tutti i fenomeni all’interno del sistema salute per poter migliorare. Quindi la quantità di indicatori e la complessità di quel sistema è sicuramente di ausilio alle regioni e alle aziende”. Lo ha detto Mattia Altini, direttore generale azienda Usl di Modena, in occasione di un incontro promosso oggi a Roma da Salutequità dal titolo “Nuovo Sistema di Garanzia dei Lea”, con i principali stakeholder, per richiamare l’attenzione sul fatto che la valutazione delle performance non basta, ma servono interventi tempestivi e decisivi sulle Regioni per ristabilire l’effettiva applicazione dei Lea laddove non sono garantiti.

“Una delle cose che però abbiamo fatto notare oggi è che quel sistema di garanzia, quindi ciò che ne deriva in termini di risposta al cittadino, non influenza abbastanza il sistema di finanziamento – spiega Altini -. Nel senso che oggi il sistema di finanziamento nazionale verso le regioni è basato sul numero di residenti, quindi quota capitali è pesata. Dunque, la nostra capacità di rispondere ai bisogni, che è in realtà la cosa più importante nei confronti dei cittadini, influenza ancora poco il sistema di finanziamento. Quindi questo dobbiamo certamente modificarlo”. “Restano alcune criticità rilevanti, come il tema della rinuncia alle cure. Oggi abbiamo discusso anche di come questo fenomeno però si intrecci con l’overuse (sovra-utilizzo), perché c’è qualcuno che rinuncia, perché gli indici di consumo delle attività sanitarie sono molto disomogenei, quindi ci sono quote di popolazioni che accedono alle prestazioni e attività sanitarie, e per questo il sistema complessivo è in difficoltà, di cui altri invece non riescono a fruire”.

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