Sanità, dalla Lum algoritmo per analisi costi prestazioni
Roma, 7 mar. (Adnkronos Salute) – Una metodologia in grado di determinare il costo della prestazione sanitaria, utile a stabilire la giusta tariffa e quanto incide sul bilancio di un’azienda sanitaria il trattamento di un singolo paziente. E’ quella messa a punto attraverso un algoritmo da un team di ricercatori della Libera università mediterranea ‘Giuseppe De Gennaro’ – gruppo di lavoro diretto da Francesco Albergo – e presentata oggi alla stampa nell’Auditorium del ministero della Salute. Presenti, tra gli altri, il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, il rettore della Lum Antonello Garzoni, il direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia Vito Montanaro e il presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), Giovanni Migliore.
L’analisi – è stato spiegato durante l’incontro – è frutto di un’indagine che dal 2017 ha monitorato circa 50 patologie in 4 Asl e in 2 Policlinici della Puglia. Ne è risultato che le tariffe attualmente in vigore non sono equilibrate. Le aziende sanitarie sono le prime a essere consapevoli dell’equilibrio economico da mantenere e dunque interessate a questo algoritmo che lavora sui minuti di assistenza dalla fase pre-ricovero a quella che segue un intervento. E se le tariffe attuali appaiono generalmente sottostimate, il tema riguarda anche la ripartizione delle risorse a livello nazionale e regionale.
Gemmato ha sottolineato come il nuovo algoritmo possa rappresentare “uno strumento che aiuti a fare una corretta programmazione, ad ottimizzare le performance del sistema sanitario nazionale pubblico e a creare nuovi modelli organizzativi. Non dobbiamo dimenticare che il nostro Ssn pubblico è vecchio di 45 anni, ha bisogno di una rivisitazione e di nuovi modelli organizzativi. Il fatto di poter parametrare in profondità ogni prestazione offre una straordinaria occasione appunto di innovazione e di sostenibilità”.
Garzoni ha ringraziato la Regione Puglia per “l’attenzione verso lo studio iniziato nel 2017” e ha poi posto in evidenza il ruolo dell’università che “deve essere a supporto del sistema delle imprese e delle istituzioni con ricerche sul campo che ne possano migliorare le performance”. Il sistema tariffario attualmente in Italia, quello dei Drg (raggruppamento omogeneo di diagnosi), secondo Albergo “oggi è inadeguato perché non è stato mai determinato il reale costo della prestazione sanitaria ospedaliera. Il lavoro di ricerca dell’Università Lum – ha detto – ha avuto la finalità di determinare una metodologia in grado di determinare esattamente da Nord a Sud Italia e in tutte le strutture ospedaliere il costo della prestazione”.
Albergo ha quindi ringraziato “Novartis per aver accompagnato la Lum in questo obiettivo e Gpi per aver realizzato un software in grado di poter determinare i costi”. Quindi ha auspicato che lo studio “possa ottenere la giusta attenzione del ministero della Salute, affinché la ricerca rappresenti una soluzione importante per migliorare i costi in sanità in tutta Italia”.
Per Montanaro “è importante, soprattutto per le Regioni del Sud, dimostrare che il valore dei Drg non sia esattamente coerente rispetto alle componenti produttive, soprattutto con i prezzi e con i costi aggiornati ad oggi. Il modello messo a punto dalla Lum è un elemento che ci potrà consentire di rappresentare al Governo centrale l’esigenza di rimodulare i criteri di determinazione delle tariffe”. Una Regione come la “Puglia avrà la possibilità di poter ridefinire le tariffe di una serie di prestazioni – ha concluso – in particolare quelle dei servizi sociosanitari, in modo da renderle assolutamente identiche per qualsiasi setting assistenziale”.
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