Sanità: Fratoianni, ‘governo trova soldi per armi e Ponte ma non per salute italiani’
Roma, 25 giu. (Adnkronos) – “Cosa c’è di più umiliante per il Parlamento che discutere lungamente di come bocciare una legge proposta dall’opposizione senza cominciare ad affrontarne il merito? Una proposta di legge che è in grado di entrare in sintonia con i bisogni della maggioranza dei cittadini di questo Paese sulla sanità pubblica e sul diritto alla salute anche per chi non ha il portafoglio bello gonfio in tasca”. Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs prendendo la parola in Aula a Montecitorio nel corso dell’esame del provvedimento per il finanziamento e l’organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale.
“E allora cosa fa questa destra che non intende mettere più soldi nella sanità pubblica? Boccia la legge con l’argomento che non ci sono le risorse, ma l’argomento non ci sono i soldi è la traccia del più grande inganno nei confronti degli italiani. Perché i soldi per le armi al 5% del Pil questa destra li trova, – prosegue il leader di SI – i soldi per lo spreco gigantesco dei centri in Albania o per il Ponte sullo Stretto i soldi li trova. Potrebbero tassare gli enormi extraprofitti delle industrie energetiche o dell’industria militare o dell’industria farmaceutica ma questa destra non lo fa. Potrebbero introdurre una tassa sui super ricchi che esistono in questo Paese ma preferiscono che il fisco intervenga sui lavoratori, sui pensionati, sui precari, sui piccoli commercianti o piccoli imprenditori”.
“E poi, scusate colleghi e colleghe, ma chi c’è per il governo in quest’aula? Vedo male o è il sottosegretario Gemmato? Ricordo male o campeggiavano in giro per questo Paese le pubblicità con la gigantografia delle sue aziende che dicevano ‘se le liste in attesa sono troppo troppo lunghe, venite qui le salterete le liste di attesa’? È questa vergogna con cui ci misuriamo e allora va raccontata: voi del governo della destra – conclude Fratoianni – siete per il mercato sempre e comunque, anche quando il mercato significa per la maggioranza di cittadini di questo Paese dover rinunciare al diritto alla cura”.
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