Scuola: Comitato centenario don Milani, ‘con ius scholae ci sarà maggioranza italiani’
Roma, 1 apr. (Adnkronos) – Il gruppo scuola del Comitato nazionale per il centenario di don Lorenzo Milani ritiene, si legge in un comunicato, “di particolare gravità, culturale e politica, le recenti affermazioni del ministro Valditara sulla composizione delle classi a maggioranza di studenti italiani. È grave perché il ministro dimentica di aver giurato sulla Costituzione, testo fondante della nostra Repubblica, che rifiuta ogni forma di discriminazione come base della nostra democrazia. È grave perché il ministro, cui spetta la responsabilità di governo della scuola, dimentica che in una società pluralista, dove da tempo convivono persone con culture e lingue diverse, spetta alla scuola assolvere al mandato costituzionale di accogliere tutti e fare di ognuno una ricchezza per gli altri. È grave perché il ministro fa della separazione la condizione per costruire una presunta convivenza, mentre il rischio di creare ghetti è negazione di ogni convivenza”.
“Suggeriamo al ministro -prosegue la nota- di andare nelle scuole e vedere quello che insegnanti e famiglie fanno per creare ponti e far crescere insieme bambini e studenti non nati in Italia o con genitori non italiani e gli straordinari risultati raggiunti con poche o nulle risorse. Vada a Pioltello -forte delle sagge parole del Presidente della Repubblica- a ringraziare dirigente scolastico, docenti, organi collegiali che hanno saputo anticipare il futuro multiculturale dell’Italia rispettando il principio costituzionale dell’autonomia scolastica”.
“Se poi il ministro vuole classi a maggioranza di studenti italiani si impegni a far approvare lo ius scholae. Per quanto ci riguarda -conclude il comunicato- noi continueremo a farci guidare dalle parole di don Lorenzo Milani: ‘Se voi avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri”.
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