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Sesso, per 4 uomini su 5 problemi intimi sono tabù, l’indagine

3 Novembre 2025

Roma, 3 nov. (Adnkronos Salute) – Quattro uomini su 5 faticano a parlare dei propri problemi sessuali. I giovani della Generazione Z appaiono più aperti al dialogo sulla sessualità, i Millennials non si muovono ai primi sintomi e rimandano il confronto con il medico, mentre Generazione X e Boomer sono meno attenti alla prevenzione, ma ai primi sintomi vanno dal medico di base o dallo specialista. E’ quanto emerge da una ricerca promossa da Viatris in collaborazione con Iqvia, presentata oggi in occasione del lancio in Italia della nuova formulazione orodispersibile (Odf) di Viagra*.

Viatris, azienda globale che opera nell’ambito della salute, ha voluto indagare come gli uomini italiani vivono oggi la propria salute e in particolare il proprio benessere sessuale. I risultati della survey, condotta da luglio a settembre 2025 su un campione di 1.000 uomini tra i 18 e i 70 anni, raccontano un Paese fatto di luci e ombre quando si parla di approccio alla propria salute sessuale: se da una parte cresce l’attenzione al benessere generale e viene riconosciuta l’importanza della sfera sessuale, dall’altra persistono imbarazzo e difficoltà a chiedere aiuto in caso di problemi sessuali, come ad esempio la disfunzione erettile. Emergono, inoltre, differenze significative tra le diverse generazioni.

La fotografia che emerge dall’indagine mostra uomini profondamente diversi nell’approccio alla salute e al benessere sessuale. I giovani della Gen Z appaiono più aperti al dialogo sulla sessualità e si attivano immediatamente in presenza di un problema in ambito sessuale, ma preferiscono parlarne con amici e familiari prima di affidarsi a un clinico. I Millennials sono più attendisti: non si muovono ai primi sintomi e rimandano il confronto con il medico, ricercando anch’essi soluzioni autonome o parlandone con il partner o gli amici. Gen X e Boomer, infine, sono meno attenti alla prevenzione, ma più inclini nel rivolgersi ai primi sintomi al medico di base o allo specialista.

Un uomo su 2 – dettaglia una nota – dichiara di impegnarsi a mantenersi in buona salute, adottando stili di vita sani. Questa sensibilità è particolarmente marcata tra i più giovani, più inclini a seguire abitudini salutari. Quando si guarda alla sfera più intima, però, il quadro che emerge è fatto di contrasti. Sei uomini su 10 riconoscono che la sessualità è fondamentale per la vita di coppia e per l’autostima, eppure quasi la metà (45%) degli intervistati non si sente soddisfatta del proprio benessere sessuale. I giovani appaiono meno inclini a considerare determinante questo aspetto, mentre gli uomini di mezza età e over 60 lo ritengono più importante per la propria qualità di vita, pur ammettendo che con il passare degli anni la soddisfazione sessuale possa diminuire.

Parlare dei problemi sessuali resta in generale ancora difficile per gli uomini italiani. Nonostante se ne riconosca l’importanza, 4 uomini su 5 non sono a proprio agio nel condividere con qualcuno le proprie difficoltà in questo ambito. La Gen Z sembra più disinvolta e aperta nel dialogo sulla sessualità, ma quando il problema diventa concreto emergono insicurezze e fragilità che rendono difficile il confronto con il medico. Solo 1 uomo su 5 si attiva subito ai primi sintomi di un problema sessuale. Questo atteggiamento si differenzia nettamente a seconda delle generazioni: i più giovani mostrano più proattività, dichiarandosi pronti ad agire subito in caso di problemi sessuali, ma tendono a cercare di risolvere il problema da soli, chiedendo consigli informali ad amici e familiari. I Millennials si affidano agli stessi interlocutori, oltre al mondo online, ma solo alla comparsa di sintomi più importanti o evidenti. La Gen X e i Boomer, invece, attendono che il problema diventi persistente per rivolgersi poi direttamente ad esempio al medico di medicina generale – primo punto di riferimento per il 52% degli intervistati, soprattutto al Centro e al Nord – o allo specialista (35%), con una prevalenza al Sud.

L’indagine conferma le barriere culturali e psicologiche nel dialogo medico-paziente anche sui temi legati alla sessualità: 6 uomini su 10 dichiarano di provare disagio ad affrontare l’argomento con un medico. Tra i motivi prevalgono imbarazzo e vergogna (33%), la paura del giudizio (24%) e la difficoltà a trovare le parole giuste (12%). Quest’ultima, insieme al timore di essere percepiti come deboli o fragili, è più frequente nei giovani, mentre tra gli uomini più maturi pesa la scarsa abitudine a rivolgersi a un medico per problemi intimi (23%). L’età influenza anche la tipologia di specialista a cui ci si rivolge. Se le generazioni più in là con gli anni prediligerebbero l’urologo o l’andrologo (1 su 2), circa 1 su 3 tra i rispondenti più giovani sceglierebbe di rivolgersi a uno psicologo, a conferma della maggiore apertura delle nuove generazioni verso il proprio benessere mentale.

La disfunzione erettile è una condizione molto comune e riguarda circa 3 milioni di uomini in Italia, con una prevalenza globale del 13% (pari al 2% tra 18 e 34 anni e al 48% oltre i 70 anni), ricorda la nota. Nonostante ciò, parlarne continua a essere difficile. “Nella mia esperienza clinica vedo ogni giorno come il dialogo tra medico e paziente sia fondamentale per affrontare queste problematiche e arrivare a soluzioni efficaci – commenta Emmanuele Jannini, professore ordinario di Endocrinologia e Sessuologia medica all’università di Roma Tor Vergata – Eppure, gli uomini che riescono a chiedere aiuto per le loro difficoltà sessuali sono ancora troppo pochi: molti, anche tra i più giovani, restano legati a retaggi del passato, temendo che ammettere un problema intimo sia segno di debolezza o poca virilità. In questo ambito più che in altri, nel corso del tempo noi medici ci siamo resi conto dell’importanza di creare un vocabolario appropriato per parlare dei disturbi della sessualità maschile e il nostro compito oggi è aiutare i pazienti a usare queste parole, così da abbattere lo stigma e trovare la soluzione più adatta a ognuno”.

La disfunzione erettile può essere legata a diversi fattori, di natura psicologica, cardiovascolare o metabolica e non va sottovalutata. Spesso, infatti, rappresenta un indicatore precoce di patologie cardiovascolari come infarto e ictus, tanto da essere definita ‘il canarino nella miniera di carbone’: un vero e proprio campanello d’allarme che segnala possibili problemi cardiometabolici.

In linea con la mission di consentire alle persone nel mondo di vivere una vita più sana in ogni sua fase, Viatris vuole essere a fianco dei clinici e dei pazienti, contribuendo a migliorare il dialogo sulla salute maschile. “E’ fondamentale abbattere lo stigma e favorire un confronto più aperto sulla sessualità, così da incoraggiare un numero crescente di uomini a rivolgersi al medico per ricevere una diagnosi precoce, il supporto necessario per affrontare serenamente questa situazione con la/il proprio partner e la terapia più adatta – dichiara Fabio Torriglia, Country Manager di Viatris in Italia – La nuova formulazione” del Viagra, “una soluzione rapida e discreta, conferma la nostra volontà di innovare costantemente e mettere al centro i bisogni delle persone, garantendo l’accesso a nuove opzioni terapeutiche ad un numero sempre più ampio di pazienti”.

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