Treviso: autopsia, ‘probabile suicidio Marangon, ferite compatibili con caduta’ (2)
(Adnkronos) – La morte del venticinquenne – il quale avrebbe assunto “ayahuasca e cocaina, oltre a basse concentrazioni di Mdma e Thc” – non è stata istantanea, ma “dopo aver colpito violentemente la roccia sottostante il dirupo” Alex Marangon è rimasto steso sul bagnasciuga “vivo e agonizzante per un tempo non inferiore a venti minuti-mezz’ora”. La dinamica ipotizzata dal medico legale Furlanetto “non è ovviamente l’unica possibile, ma appare la più probabile stante le circostanze dei fatti così come ricostruite a fascicolo”. Numerosi testimoni raccontano del giovane “in condizioni psicofisiche alterate, in prossimità della terrazza poco prima della sua scomparsa”. Le lesioni “sono compatibili con il passaggio del corpo attraverso i rami degli alberi” e sulla volontarietà del gesto “si può prendere in opportuna considerazione la concordanza delle versioni dei presenti che escludono alterchi violenti e la mancanza sul corpo del ragazzo di lesioni da difesa o afferramento. L’altezza dalla quale il corpo sarebbe caduto è sufficiente per determinare il trauma cranico mortale”.
Per il medico legale si possono prendere in considerazione anche dinamiche alternative, ma sarebbe difficile fornire spiegazioni convincenti. “Il trauma cranico potrebbe essere stato causato da un corpo contundente, come pure il trauma toracico, ma in questo caso qualcuno avrebbe dovuto percepire i rumori di un alterco e forse anche espressioni di dolore. Le lesioni cutanee contuse ed abrase del tronco come pure la ferita al fianco sinistro potrebbero anche essere state prodotte in altro modo, ma l’azione lesiva dei rami appare francamente la più verosimile”. Nell’ipotesi di un allontanamento del ragazzo e di un aggressione a distanza dalla terrazza “si deve ricordare che il giovane era scalzo al momento dei fatti e la cute della pianta dei piedi è integra, il che escluderebbe che egli abbia camminato sui sentieri adiacenti l’abbazia”.
Nel ritenere maggiormente compatibile l’ipotesi di un suicidio, dinamica che spiega le lesioni traumatiche riscontrate, “corre l’obbligo di segnalare la peculiarità delle lesioni cutanee al volto, per numero, sede ed estensione; possono essersi determinate mentre il capo del giovane passava attraverso i rami, ma non è possibile escludere che egli abbia subito dei colpi prima di cadere” inferti, in ipotesi, in una lite. “Anche la frattura costale sinistra suscita alcune perplessità. Anche in questo caso è possibile che la causa della lesione traumatica sia stata un urto durante la caduta ma non si può escludere una diversa etiologia (ad esempio un calcio ricevuto durante una colluttazione)”. Dubbi che non cambiano la conclusione della consulenza: “La dinamica del suicidio per precipitazione appare maggiormente compatibile” con le ferite.
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