Ue: Mattarella, ‘corporazioni internazionali non vogliono regole, questo è arbitrio non libertà’
Roma. 12 dic. (Adnkronos) – “A partire dal secondo dopoguerra, i Paesi d’Europa -luogo che ha originato due guerre mondiali- giorno dopo giorno, anno dopo anno, hanno dato vita a organismi -oggi raccolti nell’Unione europea– che hanno operato affinché l’equilibrio delle armi -strategia che caratterizzava la cosiddetta guerra fredda– venisse sostituito dall’equilibrio della collaborazione, degli obiettivi di benessere condivisi, della costruzione di fiducia reciproca. Offrendo questa piattaforma all’intera comunità internazionale. L’Unione europea -una delle più riuscite esperienze di pace tra i popoli e di democrazia– è nata e si è ampliata nella costante ricerca della pace –ripeto- e della libertà, garantite, nel proprio ambito, in base a Trattati liberamente stipulati dai popoli europei; che ne hanno ricavato diritti e benessere”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia per lo scambio di auguri di fine anno con il Corpo diplomatico.
“La storia insegna che, nei rapporti internazionali, dinamiche puramente bilaterali pongono il più debole alla mercé del più forte. Non è accettabile -ha sottolineato il Capo dello Stato- la pretesa che quelle dinamiche tornino a essere la misura dei rapporti tra popoli liberi. La libera condivisione di principi e di norme non è una gabbia che costringe, ma un sostegno che tutela, soprattutto i più deboli. Non sorprende che vengano contestate da corporazioni internazionali che si espandono pretendendo di non dover osservare alcuna regola: questa non sarebbe libertà ma arbitrio”.
“Nei settantacinque anni dalla Dichiarazione Schuman –lungimirante avvio dell’integrazione europea– vi è stato creato un inedito spazio di valori comuni che ha saputo garantire la coesistenza pacifica e la collaborazione tra i suoi membri e le aspirazioni dei suoi cittadini a diritti e libertà, elementi che hanno permesso al continente di svilupparsi e progredire. Il processo di integrazione non si è ancora concluso e affronta oggi nuove sfide, e conferma la sua attrattività. Le ambizioni e gli sforzi, le volontà di popoli nostri vicini -dai Balcani Occidentali alla Moldova, dall’Ucraina alla Georgia- devono essere accompagnate -ha concluso Mattarella- da una attiva disponibilità dell’Unione ad accoglierli”.
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